Pagelle Juventus
Editoriale Juventus – Pogba come Zidane
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11 anni agoon
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RedazioneDulcis in fundo. Il meglio alla fine. Per una società che si chiama “Juventus”, cioè gioventù, non c’è lingua più adatta del latino da usare per analizzare la partita. Il bel gioco che una squadra esprime non solo porta lo Stadium al tutto esaurito, ma rende memorabili partite che già di suo sono storiche. Prendete il gol di Pogba: fra dieci anni lo rivedremo ancora nei filmati e nei servizi tv, chi era allo stadio se lo ricorderà per tutta la vita. La Juventus vista col Real Madrid ha metaforicamente chiuso un cerchio apertosi nell’estate 2011; Conte porta la squadra negli Stati Uniti e durante l’intervallo della gara con lo Sporting Lisbona, sotto d’un gol, sbraita: “Vedete quelli come giocano? Sembrano cavallette! In Europa si gioca così!”. Lì nasce la sua Juve, quella talebana e cannibale.
Col Madrid il ciclo è finito, oltre quella fantastica prestazione non si puó andare. A patto che si migliori la rosa, specie sugli esterni. Col Napoli è scesa in campo una Juventus più libera mentalmente ma non meno asfissiante giacchè l’avversario (sull carta il contendente numero due per lo scudetto) è stato spremuto nella propria metà campo con grande semplicità. Asamoah ha inibito Callejon, Pogba e Vidal si dimostrano giganti in mezzo al campo. Nella ripresa i bianconeri decidono di lasciare più spazio ai napoletani preferendo le ripartenze: scelta giusta. La tattica di Conte ha battuto il finto tatticismo di don Raffaè Benitez fin dalla vigilia: il valenciano provoca e il leccese lo frusta (“Se non vincerete con una campagna acquisti d’oro avrete fallito”). Llorente, Pirlo, Pogba. Tre gol a parametro zero.
Sbancato il Banco di Napoli con una prestazione che non da fondamento alle recriminazioni di fine gara: Llorente è in fuorigioco di 21 cm, vero, ma non dimentichiamo che dopo cinque minuti la Juve poteva essere avanti di due gol. E Reina ha compiuto due prodezze. Risposte positive arrivani anche da Buffon, tornato a essere una saracinesca chiusa a doppia mandata, che ha salvato il risultato nel migliore momento del Napoli. Ora la sosta Nazionali poi il Livorno all’Ardenza senza Bonucci, Ogbonna e probabilmente Chiellini: difesa da inventare ma c’è tempo. La qualità e la mentalità hanno fatto la differenza. Se i bianconeri avevano una panchina lussuoreggiante con Quagliarella, Marchisio e Giovinco, i partenopei a fatica rispondono con Pandev e Dzemaili. Se Hamsik tende ancora a nascondersi nelle grandi gare, Pogba si esalta e fa gol simili al suo connazionale Zidane. Avanza, stop d’esterno, tiro al volo. Dulcis in fundo. Et voilà!
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