Amarcord
Pasquale Sensibile: “Garcia uomo giusto per rilanciare la Roma. Grande Gervinho!”
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11 anni agoon
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RedazioneIntervenuto ai microfoni di Tele Radio Stereo 92.7, il direttore sportivo Pasquale Sensibile, ha affrontato diversi temi:
Sulla disponibilità economica e la situazione in casa Sampdoria: “A livello generale oggi il calcio non ingolosisce più di tanto gli imprenditori eccetto i ‘fenomeni’ dei paesi esotici dove ci sono risorse per ambire ai più alti livelli. Al di là dello stato economico finanziario della famiglia Garrone, qualsiasi gestione subisce gli effetti di una retrocessione. La Samp ha avuto il merito di ridurre i tempi di permanenza in Serie B ma gli effetti drammatici li senti anche negli anni successivi. Bisogna essere bravi ad alzare l’asticella, fare qualche investimento e tenere il monte ingaggi entro certi parametri. Da lì in poi mi fermo perchè non è un lavoro che riguarda direttamente la mia persona”.
Sulla Roma delle meraviglie e la “Cura Garcia”: “Garcia, poi, ha portato il giusto mix di autorevolezza, umanità e competenza tecnico-tattica. Le partite non si possono vincere tutte nel calcio ma la strada è quella giusta. So che Sabatini lo stava seguendo da tempo ed è stato scelto in un momento in cui, per calmare la piazza, sarebbe stato molto più semplice andare su un nome più accattivante e rumoroso. E’ stato l’uomo funzionale per rigenerare la Roma”.
Sull’esplosione di Gervinho: “Non gli attribuivo un valore così devastantante e determinante. Spesso ci si dimentica che anche i calciatori sono esseri umani che vivono di alchimie. I tifosi o chi commenta e scrive, vedono solo le partite, noi addetti ai lavori dobbiamo stare attenti ad altri aspetti. Cambiare latitudine ti può portare a fare cose che, magari, neanche sai di avere nelle corde. Gervinho oggi è una sorpresa per tutti, tranne che per Rudi Garcia”.
Sul Belgio, squadra rivelazione di questi gironi di qualificazione per il Mondiale di Brasile 2014, e la cui rosa presenta giocatori di livello assoluto: “A settembre ho girato dieci giorni in Belgio, vedendo tante squadre. Ci sono delle individualità di assoluto livello. Da un pò di tempo si sapeva che la nazionale Under21 sarebbe stata una covata dai valori assoluti. Credo che il discorso sia simile a quello della Svizzera: paesi sottovalutati perchè non hanno un grande blasone ma dove si lavora con criterio, sull’addestramento dei calciatori, dove si trasferisce una cultura del lavoro che qui è vista come un optional”.
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