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Editoriale – La Roma sembra quella di Spalletti, l’Inter quella di Strama
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11 anni agoon
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RedazioneA furia di domandarsi se questa Roma sia da Scudetto o meno, si rischia che la squadra di Garcia prenda il volo e non atterri più. A San Siro sono stati spazzati via tutti i dubbi degli ultimi scettici, grazie ad un primo tempo praticamente perfetto.
Certo, non esiste squadra vincente che non sia fortunata (leggasi palo incredibile di Guarin quando la gara era ancora sullo 0-1 per i giallorossi), ma poi Totti&co. sono stati molto audaci e quella fortuna se la sono ampiamente meritata. Non abbiamo citato il Capitano a caso, ma semplicemente perché ha fatto un’altra partita da urlo. Non si può dire che giochi come un ragazzino, perché non sarebbe vero.
L’esperienza che mette in campo è fondamentale, le sue giocate non hanno prezzo e se volete una dimostrazione, provate a riguardare dove e come comincia l’azione del terzo gol ospite: calcio d’angolo per l’Inter, respinta della difesa, Totti controlla al limite dell’area, pressato alle spalle da un difensore, palleggio e tocco delizioso che avvia il contropiede. Autore del vantaggio e del raddoppio su rigore, già questo dovrebbe bastare ad etichettare la sua partita come “mostruosa”, ma in realtà c’è molto di più: c’è una guida spirituale e tecnica di cui la squadra non può fare a meno. Senza voler essere blasfemi, è il profeta giallorosso che si mette là davanti e conduce i suoi alla terra promessa, dividendo in due l’Inter.
Un’Inter che, per inciso, ci ha messo del suo per agevolare il lavoro all’avversario: a tratti è sembrato di rivedere gli errori di stramaccioniana memoria, con una squadra sfilacciata, distratta, incline all’errore gratuito: come quello di Ranocchia sul primo gol, la pazzia di Alvaro Pereira sul rigore che è valso il raddoppio e il suicidio collettivo sul terzo (che scaturisce da un corner a favore dei padroni di casa). E dire che davanti i nerazzurri non erano neanche dispiaciuti: forse un po’ leggerini, ma Guarin e Alvarez, pur ad intermittenza, avevano fatto vedere cose interessanti.
La Roma di Garcia, però, ha dato la sensazione di essere più organizzata, qualitativamente superiore e sicuramente più cinica dei nerazzurri. In più, è in uno stato di forma che, se dovesse durare, la renderebbe ancor più pericolosa. A livello di gioco, i giallorossi ricordano la squadra di Spalletti: senza punti di riferimento da regalare agli avversari là davanti, Totti finto centravanti ma vero fuoriclasse e regista offensivo, ritmi altissimi e ripartenze mortifere. Dopo la prestazione di San Siro, la risposta alla ricorrente domanda, dunque, è semplicemente sì. Questa Roma è da Scudetto.
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