Pagelle Juventus
Editoriale Napoli – Successo importante, ma quanto meritato?
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11 anni agoon
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RedazioneUna premessa è d’obbligo: Milan-Napoli ci è stata presentata come una gara di cartello, senza che nei fatti potesse effettivamente esserlo. Perché? Semplice. Non si può ritenere prestigioso un incontro in cui da una parte c’è una squadra, il Napoli, che, pur praticando quel minimo di turnover imposto dagli impegni ravvicinati, può ricorrere a tutti gli effettivi, mentre dall’altra ce n’è una, e cioè il Milan, che, al contrario, i suoi migliori elementi ce li ha in infermeria. A meno che non si voglia tener conto del blasone e dei trascorsi, più o meno gloriosi, delle due contendenti. Ma in campo, si sa, non ci vanno né le bacheche né la storia.
E allora anche quella tra rossoneri e azzurri può trasformarsi, contrariamente alle aspettative degli appassionati, in una gara qualsiasi e dal pronostico assolutamente chiuso, nella fattispecie sorridente agli ospiti. Con Bonera, De Sciglio, El Shaarawy, Montolivo, Kakà e Pazzini fuori dai giochi, il Milan – ci pare abbastanza chiaro e facilmente intuibile – non può essere il vero Milan. Né quello migliore, ammesso che durante questa stagione possa essercene uno.
Buon per il Napoli che dopo 27 anni ritorna a vincere nella Milano rossonera. Ma, badate bene, senza meritarlo troppo. Detto degli acciacchi che hanno decimato le scelte a disposizione di Allegri, e agevolato il compito di un Napoli caricato a mille dall’ottima partenza in campionato e dal successo sul Borussia vicecampione d’Europa in carica, ci preme sottolineare che il vecchio Diavolo la sconfitta se l’è imposta da solo. Sul vantaggio di Britos, la difesa rossonera ha aperto una voragine dalla quale il povero Abbiati non poteva che essere risucchiato. E in occasione del raddoppio, più che di rete eccezionale di Higuain, parleremmo di svista clamorosa dell’estremo rossonero.
Certo, i ragazzi di Benitez sono stati bravi a farsi trovare pronti nel momento in cui il Milan ha mostrato un paio di preoccupanti e immense crepe, ma, tolte le due accelerazioni che gli hanno permesso di saccheggiare San Siro e riacciuffare la Roma in plancia di comando, non hanno fatto molto altro per meritarsi un successo che nella boxe non avrebbero meritato conquistato nemmeno ai punti. Il gioco che hanno espresso non ci è parso degno di una squadra che vuole iscriversi o si è già iscritta alla lotta per lo scudetto. Ma nonostante questo, o forse proprio per questo, i tre punti ottenuti ai danni dei rossoneri offrono al Napoli la possibilità di accreditarsi come la più credibile tra le antagoniste della scudettata Juventus di Conte.
Insigne non ha lasciato il segno, se non quando ha sbagliato rifiniture e tocchi semplici per uno dotato del suo talento. Hamsik, dopo aver attraversato a testa alta e schiena dritta le prime tre apparizioni stagionali, ha bissato la brutta prestazione offerta nel mercoledì di coppa: tra le luci che hanno illuminato l’impianto milanese, la sua è stata quella che ha brillato di meno e peggio rispetto alle altre. Non ci è piaciuta nemmeno la difesa degli azzurri: se si concede così tanto ad un Milan così spuntato, cosa succederà quando in Champions ed in campionato si affronteranno avversarie più attrezzate ed in palla dei pur volenterosi rossoneri diretti da Allegri? Bene, invece, Higuain, ma soltanto per il tiro che ha piegato le mani di un Abbiati poco reattivo e chiuso anzitempo una partita tenuta aperta solo dalla buona volontà di un Milan più incerottato di un soldato al fronte. Eccellente il contributo di Reina.
Se ce n’è uno, è l’erede di De Sanctis l’Mvp della serata di (scarsa) gala alla Scala del calcio: sia per il rigore parato a Balotelli (un inedito per lui che dal dischetto, fin qui, non aveva mai ‘inciso’ errori), sia per la sicurezza mostrata tra i pali e nelle uscite. Si dice che le grandi squadre, o perlomeno quelle destinate a trionfare, facciano bottino pieno pure quando non lo meriterebbero. La concorrenza è avvisata: chiunque ambisca a cucirsi il tricolore sul petto, dovrà fare i conti col Napoli di Benitez. Un Napoli cinico e vincente.
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