Pagelle Juventus
Editoriale C’era una volta una Juve cattiva…
Published
11 anni agoon
By
RedazioneSe la sconfitta in terra danese già, perché un pareggio contro il Copenaghen vale una sconfitta fosse solo colpa di un approccio leggero della Juve, per Conte sarebbe già una buona notizia. Intendiamoci: i bianconeri avrebbero anche meritato di vincere, ma i miracoli del portiere avversario non spiegano tutto.
Di sicuro un approccio leggero alla partita, dicevamo, ma anche un atteggiamento superficiale da parte di elementi che, di solito, incarnano lo spirito indomabile della squadra. Vedere Chiellini farsi sopraffare in area da un contrasto neanche troppo deciso, racconta di una squadra forse incosciamente appagata o, magari, anche solo troppo sicura di sé. E se un contrasto non fa primavera, andarsi a rivedere il gol subito contro l’Inter, con Chiello che si fa soffiare il pallone da Alvarez…
Non solo Chiellini, ovviamente, sottotono anche Vidal, tanto per prendere ad esempio il prototipo del carattere Juve che sta mancando. Non so perché, ma non siamo stati cattivi come al solito ha detto Pogba dopo la partita Con quella cattiveria si vince. La forza della Juve sta, o forse sarebbe meglio dire stava, nel ritmo, nella sua capacità di schiacciare l’avversario, togliergli il respiro, fino ad asfissiarlo nella sua area di rigore. Un po’ come effettivamente ha fatto nel secondo tempo. Ma solo un po’, e senza dimenticare che questo Copenaghen, probabilmente, vale un’italiana che lotta per la salvezza o giù di lì.
Sia contro l’Inter, sia in Danimarca, la squadra di Conte non è mai riuscita ad alzare i giri, ha sempre giocato col freno a mano tirato. La sensazione, poi, è che gli avversari abbiano compreso il gioco bianconero: con pressing alto e linee di passaggio schermate per Pirlo, la Juve si spegne. E in questi casi, non esiste piano B. A Conte il compito di trovarlo. E in fretta, se no il rischio è di abituarsi alla mediocrità delle ultime uscite.
You may like
Dal Newton Heath al Manchester Utd: quando i Red Devils non erano diavoli e neppure rossi
Quella volta che… Sylvester Stallone parò un rigore alla Germania
FOTO – Il Bayern vince ancora, ma a festeggiare non c’è proprio nessuno…
VIDEO – Ricordate Diego Forlan? Gioca e segna ancora, ma nella Serie B giapponese!
18 gennaio 1953, quella volta che Amadei al 90′ fece esplodere il Vomero e piangere la ‘Signora’
Storia dell’autogol: i pionieri, i più grandi “autogoleador”