Amarcord
Moratti: “Pellegrini mi ha colpito, ma all’Inter serve una svolta internazionale”
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11 anni agoon
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Redazione“Massimo non vendere agli stranieri, Thohir è mosso dallinteresse, lInter è un patrimonio dei suoi tifosi e devessere italiana, resta al comando, sono pronto a darti una mano e una cordata di industriali potrebbe unirsi a me…”. Con queste parole l’ex presidente dell’Inter, Ernesto Pellegrini, si era rivolto al suo successore, Massimo Moratti, chiedendogli di non cedere il club nerazzurro al magnate indonesiano.
E parlando in esclusiva ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’, il patron nerazzurro ha voluto ringraziarlo e rispondere al suo appello. “Se sono rimasto imbarazzato dalle sue parole? No, anzi, mi ha colpito. – ha detto Moratti – Le parole di Ernesto sono un immenso atto damore verso lInter e una grande prova di amicizia nei miei confronti. Ha ragione: le squadre di calcio bisogna amarle. E io credo di saperne qualcosa… Mi ha telefonato e mi ha detto: Massimo, ti dispiace se dico quelle cose? Figurati, gli ho risposto. È un gran signore…”.
Quanto alla sua proposta, tuttavia, Moratti intende andare avanti per la sua strada. “Potrei tranquillamente continuare da solo – ha rivelato il patron – il problema non sono i debiti, il vero problema è il fatturato. Sono le risorse necessarie per lo sviluppo: un tema commerciale, se proprio non vogliamo definirlo industriale, che nel calcio suona brutto… Ciò di cui mi preoccupo è il futuro della squadra. E questo non può prescindere dallespansione del marchio sul mercato internazionale”.
“Per anni il calcio italiano, e mi assumo la mia parte di colpe, ha vinto allestero sul campo ma finanziariamente ha giocato una partita assolutamente casalinga. E lha perduta. – ha proseguito Moratti – Sè nutrito di diritti televisivi e di colpi di mercato. Per carità, anche quelli servono, creano identità e coesione tra i tifosi, che sono il primo patrimonio di una squadra. Ma oggi ci ritroviamo incapaci di fare sistema, con stadi vetusti, senza un format che possa realmente attrarre un interesse planetario”.
“Creare un solido mercato allestero è unoperazione lunga, difficile e costosa. E la concorrenza è fortissima. Lingresso di un socio asiatico, per esempio, quel mercato fondamentale te lo porta in casa. – ha concluso – Ti costringe a cambiare indirizzo e abitudini manageriali. Ti apre al mondo e a nuove risorse in modo quasi automatico. Insomma, ti internazionalizza persino più di un Triplete…”.
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