Pazza Inter
Lo strillo di Borzillo – Con le gomme a terra
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3 anni agoon
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RedazioneCoraggio, alzi la mano chi quindici giorni fa, mica trenta, mica sessanta, quindici, sostanzialmente significa parlare del post Liverpool, avrebbe immaginato di vedere l’Inter, durante un derby e non nell’amichevole infrasettimanale che oggi non si gioca più ma una volta rappresentava l’allenamento serio del mercoledì o giovedì, riuscire nell’impresa di non tirare una volta seriamente verso la porta dei cugini. Perché questo è successo, attenzione: nemmeno un tiro serio, nemmeno un crediamoci, nemmeno dalla lunga distanza che dalla breve significa correre e, a parte qualcuno, la rosa mi sembra in tutta sincerità con la lingua fuori e idee poche quando non raffazzonate.
Insomma, come giustamente si incensava l’Inter di novembre-dicembre, oltre alla succitata prestazione coi Reds o il derby di campionato stra dominato salvo perderlo grazie a oscenità pallonare in cinque minuti cinque, roba da matti, così adesso c’è da sedersi a un tavolino e discutere. Il tempo del va tutto bene è finito. O, perlomeno, non è quello attuale. Senza stare a svolgere processi sommari, parliamo di pallone e non dei massimi sistemi, ma le responsabilità ci sono e appaiono evidenti: volontà prossima allo zero, della voglia non parliamone, atteggiamento da chi subisce fin dal riscaldamento pre partita con facce lunghe manco stessero andando a fare un turno negli alti forni.
Oltre a ciò, basterebbe già di per sé in verità, calciatori diventati l’ombra di quel che erano – oh, ma siamo sicuri non li abbiamo sostituiti con dei sosia o dei replicanti stile Blade Runner? Mah –, forma fisica tra lo scadente e lo scadentissimo e la storiella beh abbiamo corso quattro chilometri più del Milan, leggi le statistiche, lasciatela a qualcun altro. Puoi anche correre cinquanta chilometri in più ma se non vinci uno scontro diretto, se non sei in grado di saltare l’uomo, se non fai un tiro uno in porta perché manco ci arrivi alla porta scusatemi, puoi correre quanti chilometri in più vuoi ma a me non frega un’emerita mazza. Nell’almanacco del calcio, tra vent’anni, ci sarà il risultato, non ha corso senza senso quattro chilometri in più dell’avversario. Vinci qualche cosa correndo di più? Non credo proprio, casomai dipende da come corri.
E qui mi sovviene un dubbio tragicomico: Simone, mi scusi sa, sono ignorante a tratti persino stupido calcisticamente ma, per caso, non è che si sia sbagliato qualcosa in fase di preparazione? Perché qui abbiamo non solo emulato la pietosa prestazione di Genova, si è fatto pure peggio. Crisi dunque? Non saprei, mi sembra francamente difficile definirla crisi quando due settimane fa sfoderi una prestazione di altissimo livello in Europa. Però qualcosa che non funziona più come prima esiste, negarlo sarebbe senza senso. Magari cambiare Simone? Gli interpreti purtroppo no, quelli sono. Ma stare in campo in maniera diversa, mescolare bene le carte, restituire ai calciatori quella voglia che oggi sembra davvero non esserci. Io voglio vedere i ragazzi correre, giocare, divertirsi e divertire: non andare in campo manco fosse la via per il patibolo. Abbiamo le gomme a terra, questo è chiaro. È il momento dei fatti, le chiacchiere lasciamole a casa. Fin da venerdì sera.
Alla prossima.
Gabriele Borzillo