Pazza Inter
Lo strillo di Borzillo – Non è la solita partita
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3 anni agoon
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RedazioneIl derby già di per sé è una partita diversa, anche quando per derby intendiamo incontri e scontri (pallonari, sia ben chiaro) tra squadre non necessariamente residenti nella stessa città. La stracittadina, al contrario, è qualcosa di maledettamente più complicato. Quella di Milano, poi, rappresenta l’apoteosi di codeste disfide metropolitane. Non per altro ma, scusate, basta dare uno sguardo alla bacheca delle due squadre per rendersi conto quanto, spesso e volentieri, Inter-Milan abbia significato scudetto e non soltanto semplice primato cittadino, hinterland compreso. Il derby della Madonnina implica una serie di conseguenze per chi lo perde poco inerenti al puro e semplice discorso di classifica: perché magari il tuo panettiere è milanista e non aspetta altro che vederti per poterti sfottere allegramente regalandoti pure un pezzetto di focaccia per rifarti la bocca col sorrisetto da perculamento assoluto.
Stesso discorso per salumiere, macellaio o fruttivendolo, evitando di citare il bar dove abitualmente ti fermi per breve pausa di metà mattina atta a spezzare il ritmo lavorativo. Insomma, se perdi è una vera e propria disgrazia sociale che dura fino al derby successivo, con la speranza di poter rendere quanto ricevuto e, in aggiunte, pure gli interessi. Domani tardo pomeriggio va in scena l’ennesimo Inter-Milan da consegnare agli annali della storia pallonara italica. Sulla carta, senza stare a fare i per forza scaramantici, attualmente i nerazzurri sembrano avere qualcosa in più: del resto, così non fosse, sarebbe complicato spiegare come, in due mesi, l’Inter abbia messo a referto undici punti dei cugini con una partita ancora da recuperare. Infortuni, certo, negarlo sarebbe raccontare falsità: ma questi infortuni, per i rossoneri, sono una costante delle ultimissime stagioni segno che, d’accordo, la sfiga ci vede benissimo quando vuole, ma evidentemente esiste qualcos’altro di dissimile, negarlo sarebbe raccontare solo una parte della vicenda.
Comunque poco importa ciò che è stato: il Milan si presenta alla sfida con l’abito migliore, dando per scontati i rientri di Tomori al centro della difesa e Bennacer al fianco del Tonali maturato assai in questa stagione senza dimenticare l’inserimento di Kessié alle spalle di Giroud con compiti, probabilmente, di schermare il moto perpetuo Brozovic sfruttando, inoltre, le capacità realizzative dell’ivoriano, ottimo stoccatore all’occorrenza. Mancherà con ogni probabilità Ibra, assenza pesante e non preventivata oltre a Kjaer, forza ragazzo, ma di lui si sapeva. L’Inter schiererà quello che ormai è il dieci e mezzo titolare per Simone Inzaghi: pseudo dubbio in attacco dove, dando per scontato Edin Dzeko, scenderà in campo chi starà meglio o chi avrà meglio recuperato dalla trasvolata oceanica tra Lautaro, favorito, e Alexis Sanchez, mentre il mezzo per arrivare a undici mancante alla formazione ormai recitata a memoria dai tifosi interisti dipende dall’impiego di Darmian o Dumfries. Il primo è tatticamente più ordinato, sa difendere e attaccare con giudizio. Il secondo sta imparando a difendere ma potrebbe essere una vera spina nel fianco di Theo qualora Denzel decidesse di arare spesso e volentieri la fascia sinistra rossonera.
Insomma, il pre derby è una partita a scacchi, una roba che Fisher-Spassky, finale del campionato mondiale anno 1972 passata alla storia tanto da essere portata al cinema nel film “Pawn Sacrifice”, è quasi niente al confronto. Mi auguro sia una bella partita, anche se ho dei dubbi in proposito. Ma, comunque vada a finire, Inter-Milan o Milan-Inter, giratela come vi pare, non sarà e non potrà mai essere la solita partita.
Alla prossima.
Gabriele Borzillo