Tutte le notizie
Novellistica Pallonara: Boban il guerriero
Published
12 anni agoon
By
Redazione© foto di Liverani
In giacca e cravatta, eccolo pronunciarsi sul calcio. Il teleschermo come nuovo palcoscenico, e sembra trovarvisi decisamente a proprio agio. Mal che vada, il sangue contaminato di rossonero lo induce a battibeccare con Antonio Conte a proposito del gol – non per l’arbitro Tagliavento – di Muntari, e specificare contro quale squadra ed in che occasione sarebbe superfluo. Parlo di Zvonimir Boban, delizioso centrocampista, una laurea in storia e dieci anni di Milan. Un signore. Che, nella torrida primavera jugoslava del 1990, frantuma la mascella di un agente della militia con una poderosa ginocchiata.
Non si tratta delle classiche mattane di un calciatore viziato, non è roba da Boban. Questa storia, intrisa di politica e odio e violenza, è ambientata a Zagabria, stadio Maksimir, tana della Dinamo di cui Zvone indossa orgogliosamente la fascia di capitano. Ha ventuno anni, è già il simbolo del «nogomet», il calcio, in croato. È domenica 13 maggio, una settimana prima l’Unione Democratica Croata di Franjo Tu?man ha trionfato nelle prime elezioni libere del dopoguerra, avversando apertamente Slobodan Miloevi? nel corso della campagna elettorale.
Un campo di calcio su cui la seconda in classifica ospita la Stella Rossa già aritmeticamente campione nazionale, anche se di lì a poco quella nazione non sarà che un ricordo, il che lascerebbe presagire una gustosa partita, si trasforma così nel teatro di una tormentosa guerriglia: neppure il tempo di annunciare le formazioni, e eljko Ranatovi? – il feroce Arkan, la tigre – guida i tremila Delije, gli ultras della Stella Rossa, all’assalto. Il nome, derivante dal turco «deli», alla lettera «folle», che al tempo dell’Impero ottomano indicava speciali reparti di cavalleria operanti nei Balcani, contraddistingue la frangia più estrema del tifo biancorosso, al cui cospetto quel giorno si parano i Bad Blue Boys della Dinamo, che devono il proprio nome a «Bad Boys», un film di Rick Rosenthal datato 1983, di cui Sean Penn è il protagonista.
In quest’irreale atmosfera di lugubre devastazione, gli uomini della Stella Rossa si rifugiano negli spogliatoi, in attesa che un elicottero militare li porti in salvo. Boban e i suoi, invece, rimangono sul campo – non più di calcio, ma di battaglia – coinvolti in prima persona negli scontri. Zvone, esterrefatto, intima ad un poliziotto di fermarsi: «State massacrando i bambini, vergogna!», ed in tutta risposta riceve due colpi e qualche insulto. Lui fa 1-1, con il ginocchio, ma la palla al centro non tornerà mai: Boban si becca una pesante squalifica, che gli costa il posto ad Italia ’90.
Advertisement
Continue Reading
Advertisement
You may like
Click to comment