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Ronaldo-Inter: così nacque l’affare del secolo
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3 anni agoon
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Redazione20 giugno 1997: una data stampata a fuoco nella mente dei tifosi dell’Inter. Luisito Suarez, volato in gran segreto a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, con gli uomini di mercato del Biscione, scuote il mondo del calcio annunciando la firma di Ronaldo con il club nerazzurro.
Il Fenomeno, impegnato in Coppa America con il Brasile, dice sì agli emissari dell’Inter dopo un lunghissimo corteggiamento. Moratti rimane subito stregato dal brasiliano del Barcellona, cannoniere inarrestabile (finirà l’unica stagione in blaugrana con 47 reti in 49 partite), e a marzo sguinzaglia gli uomini mercato sulle sue tracce.
Ronaldo ha appena vent’anni, segna un gol a partita dall’inizio della sua carriera ed è in procinto di vincere il suo primo Pallone d’Oro (poi ricevuto a 21 anni e 3 mesi, record assoluto e ancora imbattuto): quando a fine stagione i top club di mezza Europa bussano alla porta del Barcellona, l’acquisto sembra impossibile. Ma sono altri tempi: le Sette Sorelle dominano il calcio italiano e il calciomercato europeo, stabilendo un colpo record dietro l’altro.
Tra queste la più lanciata è la Lazio di Cragnotti, che si accorge subito di non poter competere con i nerazzurri e cerca di destabilizzare l’affare rivelando ai media l’interesse del Biscione per il giocatore più forte del mondo. L’Inter ha però un alleato prezioso: uno degli agenti del giocatore, Giovanni Branchini, è già d’accordo con i nerazzurri e lavora per convincere il Fenomeno a scegliere Milano.
E’ l’inizio di un lungo scontro con il presidente del Barcellona Sep Nuñez, già passato alla storia per aver venduto Maradona al Napoli a cifre ritenute stellari a quei tempi. Il numero uno dei blaugrana le tenta tutte per convincere Ronaldo a prolungare il contratto con i catalani e soprattutto ad aumentare la clausola rescissoria da 48 miliardi di lire a 120. Addirittura il Barça pubblica una nota ufficiale in cui annuncia la permanenza del giocatore nella squadra blaugrana: ma è tutto inutile.
Il climax dell’affare arriva proprio in occasione della Coppa America, con il blitz segreto e risolutivo di Suarez e degli emissari nerazzurri in Bolivia e il sì di Ronaldo alla Beneamata. “Sembrava che il giocatore si fosse messo d’accordo con il club per continuare. Invece mentre ero in viaggio, ho ricevuto la telefonata in cui mi si diceva che desiderava venire all’Inter”, ha raccontato anni dopo Moratti.
Anche Branchini, a Gazzetta Tv, ha dato la sua versione del più grande colpo di mercato nerazzurro: “Avevamo un contratto nel quale inserimmo una clausola di rescissione unilaterale, che poi si rivelò fondamentale per la cessione di Ronaldo. Il Barça voleva toglierla e cambiare il contratto, mentre noi volevamo rispettare le leggi. Ad un certo punto, però, sembrò profilarsi la permanenza di Ronaldo, tanto che fu fatto anche un annuncio ufficiale pubblico dal club. Ma io avevo un presentimento e, quando me lo chiesero, dissi che sarei stato ottimista solo a cose fatte”.
Il Barcellona si appella alla Fifa ma ottiene solo un indennizzo di tre miliardi di lire, che Moratti paga con gioia oltre ai 48 della clausola, stabilendo una cifra record per quei tempi: “È stato un ottimo affare, Ronaldo è arrivato a un costo alto, ma cinque anni dopo è stato rivenduto al doppio al Real e per l’Inter ha rappresentato un’immagine importantissima, perché ci ha aperto al mondo”. Il 25 luglio 1997 Ronaldo sbarca a Milano nel delirio dei tifosi: al brasiliano 6 miliardi a stagione.
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