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NBA, Rudy Gay: “LeBron giocatore totale, ma nessuno come Michael Jordan”
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11 anni agoon
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RedazioneCalcissimo.com ha incontrato in esclusiva Rudy Gay, ala piccola dei Toronto Raptors e stella assoluta del campionato NBA, in questi giorni a Milano per promuovere l’evento NBA 3X, torneo di pallacanestro aperto a tutti gli appassionati di questo sport, di cui è testimonial.
Buongiorno Rudy, lei è un campione di basket di livello mondiale: ci sono altri sport che segue nel tempo libero?
“Sì, seguo moltissimo il football americano, il baseball e anche…il calcio! Ebbene sì, mi piace il calcio europeo e, compatibilmente con i miei impegni, mi piace guardare le partite…“
Ha anche una squadra preferita in ambito europeo?
“(Arriva un chiaro suggerimento dall’addetto stampa, ndr). Beh, non posso che dire Arsenal, come mi stanno intimando i miei collaboratori (ride, ndr)! Però mi piace guardare il calcio e i grandi campioni in generale“.
Tornando al basket, cosa manca alla Serie A italiana per diventare un campionato più competitivo sul panorama internazionale?
“Credo che un campionato come l’Nba sia il punto di riferimento per tutti gli altri Paesi; non a caso viene visto e seguito in tutto il mondo. E proprio il fatto che in Nba giochino tre cestisti italiani, come Bargnani, Belinelli e Gallinari, può far aumentare l’attenzione verso il basket in Italia, poiché i ragazzi, guardando a loro come degli esempi da imitare, si appassioneranno a questo sport e vorranno, non soltanto seguirlo, ma anche giocarlo“.
Cosa pensa dell’impatto che LeBron James ha avuto sull’NBA?
“Ha avuto un impatto grandioso, ha in parte cambiato la prospettiva di questo sport… Sa far tutto, difende, attacca, tira, segna e cattura una marea di rimbalzi, è un giocatore totale. E proprio per questo è un idolo per i giovani, che guardano a lui come un esempio da imitare“.
Domanda secca: è più forte LeBron o Micheal Jordan?
“Non posso che rispondere Micheal Jordan. Per me non esiste nessuno al mondo che possa competere con lui. Anche adesso che ha cinquant’anni, penso che potrebbe battere chiunque“.
Rudy, lei viene dal Mariland: come mai ha scelto di iniziare la propria carriera tra le file degli Huskie del Connecticut, anziché con i Terp, la squadra del suo stato?
“Sicuramente la presenza del coach Jim Calhoun è stata decisiva. E’ forse l’allenatore a cui devo di più, sia da un punto di vista sportivo che umano. Gli sarò sempre grato per questo“.
Le aspettative per la prossima stagione?
“Sicuramente puntiamo ai playoffs, che saranno l’obiettivo principale per la prossima stagione… A livello personale spero di migliorare ancora e portare la mia carriera a un livello superiore“.
Cosa può dirci del suo impegno filantropico per l’ospedale St Jude’s?
“Ho iniziato a impegnarmi per l’ospedale quando giocavo ancora nei Memphis Grizzlies, da allora contribuisco come posso perché amo i bambini e sono felici di aiutarli a costruirsi un futuro e guarire da malattie terribili “.
In conclusione, ci può svelare il significato di questo numero: 22,222,22 $?
“(Ride, ndr). Beh, dal momento che il mio numero in campo è il 22, ho scelto di donare al St Jude’s una somma piena di numeri due! E’ un’idea che mi è venuta per attirare l’attenzione dei media perché tutti si ricordino di donare quello che possono agli ospedali “.
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