Pazza Inter
Lo strillo di Borzillo – Lo spezzatino (fatto male)
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3 anni agoon
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RedazioneAncora una volta, tanto per cambiare, la sosta per le qualificazioni mondiali porta una ventata di sfiga nello spogliatoio nerazzurro. Bastoni rientra a Milano per curarsi, Napoli è dietro l’angolo e il ragazzo cercheranno di recuperarlo, de Vrij ha rimediato un risentimento agli adduttori, vediamo quanto resta fuori intanto anche lui ad Appiano Gentile, Barella scende in campo ogni tre giorni da due anni, Vidal per fortuna sembra non si sia fatto nulla, almeno così trapela dall’altra parte dell’oceano oltre a filmati che ne confermano l’integrità fisica e Dzeko, nonostante le discutibili osservazioni del vice selezionatore bosniaco piccato non si capisce per cosa con l’Inter, tristezza, difficilmente recupererà. Un bollettino di guerra, insomma. Perché cosa volete, UEFA e FIFA si disinteressano totalmente delle problematiche dei club: è un argomento che abbiamo già toccato in un recente passato, proprio da queste colonne, ma ricordarlo nuovamente, per quanto poco possa servire, fa bene a tutti. Il calcio ormai non è più uno sport. Meglio, è uno sport comandato dal dio denaro. Cioè, non è che in NFL o NBA, tanto per citare qualcosa di differente, i soldi non contino, anzi: ma sono gestiti meglio, da persone capaci, con calendari massacranti, vero, ma con rosters importanti che possono, spesso e volentieri, far rifiatare i titolarissimi. Si chiama professionismo, deve essere controllato dal punto di vista etico ed economico, certamente non attraverso l’inutilità di una roba chiamata FPF (fair play finanziario), gestito in maniera assai discutibile e che ha consentito, perché di questo parliamo fino a prova contraria che non esiste, ad alcuni club di guadagnare sempre di più, penalizzando gli altri impossibilitati ad operare sul mercato ma tanto chissenefrega, lo spettacolo deve continuare, largo ai ricchi storici o a quelli nuovi.
Eppure, con tutte le teste pensanti che albergano negli uffici di FIFA e UEFA, una soluzione consona a un calcio sostenibile dovrebbe essere di primaria importanza, altro che fair play finanziario o mondiale biennale. Invece si gioca ogni tre giorni, soste per la Nazionale continue tralasciando i rischi di viaggi in aereo, contagi, e chi più ne ha più ne metta. L’importante è far correre il pallone. E non interessa se qualcuno si fa male, se qualche club è costretto a rinunciare ai suoi migliori uomini, se non migliori certamente tra i migliori, così nessuno si offende. Cosa vuoi che sia, l’importante è trasmettere calcio tutti i giorni dell’anno anche se ciò inevitabilmente significa assistere, qualche volta (sempre più spesso) a brutti spettacoli, con interpreti in evidente debito di ossigeno e fisicamente provati. Ecco, vediamo di studiare un modo per rendere il calcio interessante, piacevole perfino: non lo spezzatino bruciacchiato che ci stanno propinando.
Non pare, stando a questi primi indizi, una settimana facile in casa nerazzurra. E, mai scordarlo, domenica si comincerà col Napoli prima di affrontare lo Shakhtar per un posto al sole nella Champions League, operazione che non riesce all’Inter dalle calende greche. Tornare perlomeno nelle prime sedici, poi speriamo tutti in un sorteggio favorevole al primo giro, significherebbe davvero moltissimo e per il blasone e, soprattutto, per le asfittiche casse interiste.
Attendiamo fiduciosi il recupero di qualcuno, qualcun altro inevitabilmente non ce la farà: e, soprattutto, confidiamo in un cambio di rotta da parte del governo pallonaro. Davvero, di spezzatini fatti male ci siamo stancati, cercate di cambiare menù.
Alla prossima.
Gabriele Borzillo