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Editoriale Italia – Il calcio è strano, per questo è così bello
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11 anni agoon
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RedazioneIl calcio è strano. Il calcio, a volte, è davvero incomprensibile, inspiegabile. Irrazionale. Pensi che assisterai a una partita dall’esito scontato, con il Giappone innocuo sparring partner dell’Italia e invece, pronti via, l’innocuo sparring partner diventa a sorpresa terribile picchiatore e mette alle corde l’avversario, con un fulminante uno due che stenderebbe il miglior Tyson. Quando cominci a pensare che ti ritroverai, a fine partita, a commentare una sorta di Caporetto calcistica, d’un tratto, ecco quello che gli inglesi chiamano “twist of fate” e ti ritrovi inaspettatamente a raccontare un’altra storia.
Al tramonto di una prima frazione di gioco dominata in lungo e in largo dai nipponici, infatti, gli azzurri rientrano clamorosamente in gara, accorciando le distanze con una sferzata di testa di Daniele De Rossi su corner di Pirlo. Neanche il tempo di rimettere il pallone a centrocampo, che Giaccherini stampa sul palo l’occasione per il pareggio. Ma l’appuntamento con l’empate, per dirla alla spagnola, è soltanto rimandato a dopo l’intervallo. È ancora la “pulce di Talla” a metterci lo zampino, con la complicità di Uchida, che infila la sua porta con una fantozziana deviazione, kamikaze, come nella migliore tradizione del sol levante.
Una manciata di minuti dopo, la remuntada italiana viene completata da Mario Balotelli, che, con la solita freddezza che lo contraddistingue quando va dagli undici metri, trasforma impeccabilmente un penalty, a dir la verità, piuttosto generoso. Stai pensando che, da questo momento in poi, l’Italia controllerà il match agevolmente e magari segnerà ancora, ma non fai neanche in tempo a pensarlo, che già scopri che ti sbagli. Il Giapponesi, feriti nell’orgoglio, invece di deprimersi, si esaltano e trovano, ancora una volta nella loro storia, la forza di risorgere dalle loro ceneri. Con indosso l’armatura dei samurai e la katana tra i denti al posto del solito coltello, caricano a testa bassa alla ricerca del pareggio e lo trovano incredibilmente a venti minuti dalla fine.
L’assedio continua, l’Italia non riesce più a superare la metà campo e se stai pensando che di lì a poco il Giappone tornerà meritatamente in vantaggio, beh, ti stai sbagliando di nuovo, perchè all’ottantaseiesimo, arriva invece il gol degli azzurri con Sebastian Giovinco, fino a quel momento spettatore non pagante. Vince l’Italia. Perde il Giappone. Ma avrebbe potuto e forse dovuto essere il contrario. Si sa, però, che il calcio è strano. Che il calcio, a volte, è davvero incomprensibile, inspiegabile. Irrazionale. E in fondo, è per questo che è così bello.
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