Pagelle Juventus
Editoriale – El Sha sì, Marchisio no, motivi diversi per le cessioni
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11 anni agoon
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RedazioneE’ tempo di Confederations Cup ma anche delle prime sirene di mercato che rischiano di distrarre gli atleti impegnati nella manifestazione brasiliana, in particolare Stephan El Sharaawy e Claudio Marchisio, che sono stati messi sul mercato dai loro rispettivi club. Ci sono motivi diversi che da una parte, nel caso di El Sharaawy, consiglierebbero la cessione mentre dall’altra, nel caso di Marchisio, invece la sconsiglierebbero vivamente.
Partiamo da ElSha: ha dimostrato da gennaio di soffrire tantissimo la presenza di Balotelli, vero accentratore della manovra milanista. L’italo-egiziano si è espresso al meglio quando ha trovato spazi aperti ciò con Robinho o Pazzini compagni di reparto, con Super Mario il Faraone rischia di ripetere la storia vissuta con Ibra. Il Milan nella prossima stagione con Balotelli sorvegliato speciale sarà costretto ad attaccare sempre perchè gli avversari concederanno poche volte il contropiede ai rossoneri, in uno scenario così El Sharaawy non serve o sarebbe utilizzato in funzioni non sue (quella dell’ala tornante), qundi se arrivasse un’offerta irrinunciabile, se fossimo in Galliani avalleremmo il trasferimento.
Caso diverso quello di Claudio Marchisio, a differenza di El Sharaawy, il Principino è un prodotto puro e genuino del vivaio juventino, un riferimento per compagni e società nello spogliatoio bianconero ma soprattutto per i tifosi perché è dai tempi di Bettega che la Juventus non dispone di un giocatore nel giro della Nazionale nato a Torino e che ha fatto tutta la trafila delle giovanili. Cedere alle lusinghe del Monaco di Ranieri sarebbe un’errore imperdonabile anche perché Marchisio dà alla Juve quella continuità di rendimento che ad esempio difetta sia a Vidal che a Pogba, forse più talentuosi di Marchisio ma più lunatici nel rendimento. Se fossimo in Marotta non ci priveremmo mai di un giocatore che è una vera garanzia di continuità in tutti i sensi, sia nel rapporto con la città e l’ambiente juventino sia nel rendimento sul terreno di gioco.
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