Pagelle Juventus
Editoriale Lo scolaretto Mazzarri allesame di Appiano
Published
11 anni agoon
By
RedazioneDiciamoci la verità: Mazzarri, ieri, è sembrato uno scolaretto al primo giorno di scuola. Ha sorpreso, sinceramente, la sua timidezza, il suo essere impacciato, la sua tensione: per uno che, ogni giorno, era abituato alla pressione di Napoli, quella della Pinetina sarebbe dovuta sembrare una passeggiata di salute. Invece, gli sono serviti addirittura i bigini per non farsi sopraffare dallemozione.
Bigini sui quali, tra laltro, aveva appuntato note difficilmente dimenticabili: Qui comando io, Del mercato parlo con la società e altre illuminanti strategie simili. E stato duro Mazzarri, come siamo abituati a conoscerlo: Sono un accentratore, con me si lavora duro, subito allenamenti doppi, tutti i giocatori sono uguali, i vecchi mi devono dimostrare che hanno ancora voglia. Unimplicita denuncia che, prima del suo arrivo, Appiano Gentile era un luna park.
Concetti non rivoluzionari dicevamo, ma che forse avrebbe fatto bene a rimarcare nel chiuso di uno spogliatoio. Ha preferito tacere sul mercato Non ne parlo certamente con la stampa, ma con la società per poi sputtanare pubblicamente i giocatori: una scelta non casuale, ma se vincente lo dirà solo il tempo. Lex tecnico del Napoli è stato chiamato per fare pulizia, per rimettere ordine, per nascondere le magagne, ma lo spogliatoio nerazzurro è un mostro capace di inghiottire allenatori di ogni genere, da quelli che si presentavano come amiconi, a quelli che ad Appiano sono arrivati con la lupara, senza fare distinzioni. Uno solo, in realtà, ha dimostrato di saper reggere alla pressione, uno che però la personalità la può vendere al supermercato.
Perché cè differenza tra carattere, di cui Mazzarri non difetta, e personalità, quella di Mou ad esempio, che ammalia i giocatori, li ammansisce e li trascina dalla propria parte. Mazzarri ha dimostrato di saperlo fare a Reggio, a Genova e anche a Napoli, dove però gli è mancato il salto di qualità. Riuscirci a Milano sarà lesame di laurea, ma sarà anche tremendamente più difficile e dipenderà anche, se non soprattutto, dal sostegno che la società intenderà dargli, da quanto lo appoggerà o da quanto ascolterà gli strepitii dei bambini capricciosi che arriveranno dallo spogliatoio. Perché arriveranno, comè sempre capitato in passato.
Sono quegli strepitii che hanno bruciato i vari Benitez, Gasperini, Stramaccioni e, in passato, colleghi altrettanto illustri. Per cominciare, e non rischiare nulla, Mazzarri sè messo subito sulla linea della società: Guarderò alla Primavera, i settori giovanili sono importanti e vanno valorizzati. Strano sentirlo dire ad uno che da Napoli se nè andato perché il presidente stravedeva per Insigne e lallenatore, invece, lo parcheggiava in panchina perché i giovani non sono pronti per certi livelli. Ora, gioco forza, in unInter in cui Branca dice Per fare mercato bisogna prima vendere (ma chi? E a chi? Quei pochi buoni sarebbe meglio tenerli, gli altri chi te li compra?), dovrà adattarsi. E, allora, buona fortuna mister, ne avrà bisogno
You may like
Dal Newton Heath al Manchester Utd: quando i Red Devils non erano diavoli e neppure rossi
Quella volta che… Sylvester Stallone parò un rigore alla Germania
FOTO – Il Bayern vince ancora, ma a festeggiare non c’è proprio nessuno…
VIDEO – Ricordate Diego Forlan? Gioca e segna ancora, ma nella Serie B giapponese!
18 gennaio 1953, quella volta che Amadei al 90′ fece esplodere il Vomero e piangere la ‘Signora’
Storia dell’autogol: i pionieri, i più grandi “autogoleador”