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Editoriale – Roma, troppi disastri: adesso non si può sbagliare
Published
11 anni agoon
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RedazioneCome prevedibile, dopo il gran rifiuto dell’ex promesso sposo Allegri, a Roma lo sconforto ed il caos hanno preso il sopravvento, mietendo anche una “vittima eccellente” come Franco Baldini, dimessosi perchè responsabile (a suo modo di dire) degli errori collezionati nell’ultimo biennio giallorosso. Fallimenti sotto ogni punto di vista, dettati da scelte errate e discutibili, fatte prima contro il parere di molti, ma poi non difese con la dovuta convinzione. E sì che Baldini le sue colpe le ha avute, ed è evidente l’impressione che uno, tra lui e Sabatini, fosse di troppo. Oddio, qualcuno sostiene che entrambi, a questo punto, avrebbero dovuto salutare e chiedere scusa, ma Sabatini è ancora lì, al suo posto, ed avrà l’ultima chance di dimostrare a tutti di cosa è capace.
Nel frattempo, i nomi che girano per la panchina della Roma non convincono appieno per tanti motivi ma, soprattutto, profumano di terza scelta. Perchè se è vero che Allegri ha detto infine no, prima di lui a voltare le spalle è stato Walter Mazzarri, facendo sì che, chiunque arriverà, sarà consapevole di essere un ripiego, e neppure il primo desiderato. Sia chiaro, non necessariamente un male questo, visto che, negli anni passati, le prime scelte si sono chiamate Luis Enrique e Zdenek Zeman, e tutti sappiamo com’è andata a finire.
Si parla dunque di Rudi Garcia, di Laurent Blanc, di Roberto Mancini: chi il migliore dei tre? Arduo, parecchio arduo, dare una risposta a rigor di logica. Di Garcia sappiamo che è un tecnico giovane, molto frizzante e preparato, che un’impresa l’ha già compiuta vincendo, due stagioni addietro, la Ligue 1 con il Lille. Ma non ha grande esperienza al di fuori dei confini transalpini, e la piazza di Lille non è neppure lontanamente paragonabile a quella di Roma, che comporta pressioni enormi.
Sicuramente più adatto al ruolo di nuovo allenatore della Roma sarebbe Laurent Blanc, che l’Italia l’ha già vissuta da calciatore (3 stagioni tra Napoli ed Inter), e sembra possedere il carisma giusto per prendere le redini della compagine società giallorossa. Inoltre ha grande voglia di immergersi in un progetto, parola tanto gradita (o forse non più) negli ambienti della Capitale. E il Mancio? Beh, rappresenta un’ipotesi affascinante ma che saprebbe anche di sicurezza. Sinora, ovunque sia andato, ha fatto bene, non benissimo.
Mancini è sicuramente un allenatore di buone capacità, ma abituato, negli ultimi anni, a lavorare con rose di livello altissimo, al top nei rispettivi campionati. Ciò che la Roma, almeno a breve termine, non può garantire. E però, l’oramai ex tecnico del Manchester City, Roma la conosce benissimo, ci ha vissuto ben 6 anni prima come calciatore e poi come allenatore, ed il suo profilo potrebbe rappresentare una buona soluzione agli annosi problemi di Totti e compagni, purchè sappia adattarsi ad una realtà economicamente lontana da quelle vissute all’Inter ed al Manchester City.
Ma in tutta sincerità, siamo poco ottimisti relativamente all’arrivo di Mancini sulle sponde giallorosse della Capitale. Ad oggi, pare più probabile che arrivi Rudi Garcia, cui faremmo gli auguri più sinceri e robusti del caso. Poi magari il francese si potrebbe rivelare un grande allenatore, e noi saremmo i primi ad applaudire e giorne. Ad ogni modo, bisogna prendere atto di come la Roma degli americani abbia sin qui prodotto unicamente disastri, e comprendere che la situazione, in prospettiva, non è particolarmente rosea. Non serve un miracolo a ritrovare la rotta, magari è auspicabile un po’ di fortuna al momento di prendere dellle scelte, ma ci vogliono soprattutto polso e carattere: sbagliare di nuovo sarebbe tanto, veramente troppo, e nessuno può più permettersi di farlo ancora. Sabatini e Pallotta sono avvisati.
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