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Editoriale Roland Garros – Il regalo di compleanno di Rafa
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11 anni agoon
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RedazioneMentre quel diavolo di Victoria Azarenka spazzava via le flebili speranze della leonessa Francesca Schiavone, vengo colpito dalla reazione in conferenza della tennista azzurra dopo una domanda apparentemente scomoda del decano Ubaldo Scanagatta. Si alza e se va con fare sgarbato, eppure Ubi le aveva chiesto lumi circa i dati impietosi della sua gara: mai arrivata a 40 in un suo turno di servizio fra laltro tenuto una sola volta, entrano venticinque prime che portano undici punti. Perché arrabbiarsi dinnanzi alla verità? Non potrà nemmeno difendersi dietro al fatto della ferita aperta perché era appena tornata da un doppio (perso con Samantha Stosur). Peccato. Non ci resta che sperare in Gianluigi Quinzi, debutto vincente nel torneo junior.
Chi invece festeggia al meglio il suo 27° compleanno è Rafael Nadal. Come regalo cè una partita finalmente tranquilla col giapponese Nishikori, colui che osò eliminare Roger Federer a Madrid, terminata in due ore di gioco col punteggio di 6-4, 6-1, 6-3. Il mancino spagnolo si ritaglia tempo utile per poter stappare un buon champagne e gustarsi una fetta di torta, senza eccessi perché da adesso non si dovrà più scherzare. La forma è in progresso ma perdonatemi se i commenti tecnici si limitano a queste inezie, non cè stata gara sin dal primo punto giocato. Non è sempre domenica.
Oltre al resuscitato Tommy Haas approda ai quarti di finale anche Novak Djokovic dopo il brivido iniziale causato dallaltro tedesco Philipp Kohlschreiber: il serbo cede un set per poi riprendersi quanto lasciato grazie a una ripresa da numero uno al mondo. La palma del divertimento va però a quei due tiratardi di Stanislas Wawrinka e Richard Gasquet, oltre quattro ore di gioco per decretare lo svizzero vincitore 8-6 al quinto. Lidolo di casa cade ancora una volta vittima della stanchezza ma la forma sfoggiata in questi primi mesi del 2013 fanno sperare in una ripresa; Gasquet possiede il miglior rovescio monomane del circuito, sarebbe un peccato perderlo nella miseria di fantasia che affligge il tennis contemporaneo.
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