Pazza Inter
Lo strillo di Borzillo – L’Inter c’è: giù il capello per Marotta!
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3 anni agoon
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RedazioneBuongiorno e ben ritrovati, che salutare è sempre buona educazione. Ogni martedì mattina potrete leggere i miei editoriali su Calcissimo, nei quali parleremo di Inter, delle sue gioie, dei dolori, delle vittorie e delle sconfitte: sì, insomma, di tutto ciò che riguarda il mondo nerazzurro nella sua completezza. Insieme, sia chiaro, ai Vostri commenti e alle Vostre riflessioni.
Sosta Nazionali questa settimana. Sosta, al solito, completamente inutile: e non perché non sia bello vedere all’opera gli azzurri, anzi. Molto più semplicemente perché personalmente trovo fuori tempo e fuori luogo obbligare i campionati a fermarsi in nome e per conto di interessi che tutto sono meno quelli dei club. E dal momento che, per quanto ne posso sapere io, sono proprio i club a pagare gli ingaggi ai calciatori beh, interrompere per voli transoceanici, viaggi europei conditi da tre partite in sette giorni, con tutti i rischi del caso, è una volontà esclusivamente dei vertici pallonari. Basterebbe, mica ci vuole molto, condensare in un mese all’anno gli impegni per le qualificazioni ai mondiali o agli europei di sorta, alla coppa America, alla Nations League, a quel che vi pare. Chimera. Meglio continuare a raccontarci la storiella del fair play finanziario.
Tornando all’Inter, che poi sarà argomento del nostro dibattere, cosa raccontare finora? Perché si è scritto di tutto di più a riguardo. Siamo passati dal fallimento generalizzato alla dismissione del club e, per finire, al più sereno ridimensionamento. Cioè a inizio luglio, mica lo invento, basta tornare a leggere o ascoltare trasmissioni, l’Inter viaggiava a distanze siderali dallo scudetto, per il quale manco avrebbe lottato, con la chimera della zona Champions e una più credibile qualificazione nell’Europa dei piccoli, facciamo anche la Conference League, ultima pensata di Ceferin e dell’UEFA, onestamente credo nessuno ne sentisse la mancanza, ma tant’è. Improvvisamente però oggi, 7 settembre 2021, l’Inter si trasforma improvvisamente e senza una reale motivazione nella favorita al titolo. Dopo aver perduto nell’ordine Conte, frizioni evidenti con la proprietà, tante grazie per quanto fatto ci rivedremo da qualche parte qualche volta, Hakimi, sull’altare dell’euro che sennò pare fossero .azzetti amarissimi, i nerazzurri si sono ritrovati a gestire anche la questione dell’ex centravanti, l’uomo che lascia Milano per la squadra di cui era tifoso fin da bambino. No, dai, non pensate sempre ai soldi. Quelli non fanno la felicità. Quando ti chiama la tua squadra del cuore non importa, ti decurti perfino l’ingaggio se serve. Ah, non è successo così? Ma sì, son cose che capitano. Colpa di Suning. Del resto quando un calciatore intervistato, quindi le parole sono pubblico dominio, mica parliamo di una chiacchiera tra amici, tranquillamente risponde che è stato lui ad andare nell’ufficio del suo allenatore per perorare il trasferimento a Londra, non credo ci sia andato per giocare a Ramino, è utile stare a fare discussioni sul nulla? Capitolo chiuso, con buona pace di tutti. Compresa Suning, che dall’affare ha incassato tanti bei milioncini.
Qui entrano in campo Marotta, Ausilio e Baccin: lavoro pazzesco della dirigenza nerazzurra, acquisti mirati, potenziale ridimensionato sì, ma dal punto di vista muscolare, perché tecnicamente non mi pare proprio.
Siamo solo all’inizio della telenovela che ci accompagnerà fino al 22 maggio 2022. Abbiamo cominciato discretamente bene, a occhio: era importante, era importante per i tifosi, per gli avversari e, perché no, per gli addetti ai lavori.
L’Inter c’è. Oltretutto con ampi margini di miglioramento.
A settimana prossima.
Gabriele Borzillo