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Editoriale Inter – Mazzarri, per ricominciare a sognare
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12 anni agoon
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RedazioneSi è conclusa, due giorni fa, una delle peggiori stagioni che l’Inter abbia mai conosciuto: terribile è l’aggettivo che la qualifica più realisticamente di qualunque altro. Una stagione che ha spento gli entusiasmi, nati dopo le illusorie vittorie iniziali, a suon di sconfitte, goal subiti e brutte figure della peggiore specie. Dopo un’annata così, più che mai, urge una cosa sola: rifondare. L’abbiamo detto più volte nel corso della stagione: il restyling Moratti dovrebbe adoperarlo, in primis, dal punto di vista societario. Ma da questa campana il patron nerazzurro pare non volerci sentire. Per cui concentriamoci sulla conduzione tecnica della squadra. Stramaccioni sì o Stramaccioni no?
Fino ad un certo punto della stagione, al giovane tecnico romano abbiamo concesso le attenuanti che meritava. E però, alla lunga, l’esasperazione ha preso il sopravvento sul resto. Passino gli infortuni, arrivati in una sequela a dir poco impressionante, passi l’inesperienza e tutto. Ma un bravo allenatore deve saper porre quantomeno parziale rimedio a tutte le intemperie che possono capitare nel corso della stagione. Fossero anche ingenti, come quelle occorse all’Inter. E tuttavia, non è stato salvato neppure il salvabile. Perchè le 16 sconfitte collezionate, i 57 goal subiti (terza peggior difesa del campionato a pari punti col Siena), una sconcertante differenza reti di meno 2 ed il nono posto finale, non sono certo associabili alla categoria del ‘salvabile’. Ecco perchè Stramaccioni di responsabilità ne ha eccome: è riuscito a metterci del suo, purtroppo in negativo. Motivo per cui sarebbe consigliabile accompagnarlo alla porta. Con tanti ringraziamenti.
Chi al suo posto? Un nome solo: Walter Mazzarri. Un nome che abbiamo accostato anche alla Roma non più tardi di una settimana fa. Per quale motivo? Per il semplice fatto che, andando sull’oramai ex allenatore del Napoli, si opterebbe per una scelta sicura, sinonimo di garanzia e di grandissima affidabilità. Il tecnico toscano rappresenterebbe l’elemento ideale dal quale ricominciare e per ridare ossigeno ai sogni esanimi dei tifosi nerazzurri. Ha dalla sua tutto: grandissima esperienza in campo italiano, identità tattica ben precisa e parecchio valida, bravura nel compattare l’ambiente come pochi, grosso carattere nel sapersi caricare sulle spalle il peso di una piazza importante quale Milano è, e capacità assoluta di tenere testa alla stampa, il che non va trascurato. Vero Stramaccioni? Insomma, poche chiacchiere. Moratti deve fare il possibile ed anche più, per convincere Mazzarri a trasferirsi in quel di Milano. Perchè l’Inter in quest’ultima stagione è stata umiliata anche troppo. Con Mazzarri non accadrebbe, neanche di fronte ad un’ecatombe di infortuni.
Ma circolano anche altri nomi per la panchina dell’Inter. ìIn primis ci viene da pensare a Diego Pablo Simeone. L’argentino sta facendo grandi cose alla guida dell’Atletico Madrid con cui, in due anni, ha vinto un’Europa League, una Supercoppa Europea ed una Coppa del Re. Inoltre l’Italia la conosce benissimo, avendola già vissuta come calciatore per 8 anni, di cui 2 vissuti proprio all’Inter, e come allenatore, visti i suoi 6 mesi a Catania. Sarebbe un buon nome da spendere, e parecchio gradito alla piazza. Quanto ai vari Zenga, Mihajlovic e Blanc, non convincono, invece, appieno: i primi due non sembrano ancora pronti per una panchina del genere, per essendo già passati dall’Inter come giocatori (ed il serbo anche come assistente di Mancini), il terzo vuole invece delle garanzie economi che, al momento, la società sembra non poter fornire. Una cosa è certa: serve un nome forte ed importante, che sappia aggiungere valore alla squadra e risvegli l’entusiasmo di calciatori (quelli che rimarranno) e dei tifosi. Se bisogna cambiare giusto per il gusto di farlo, tanto vale tenersi Stramaccioni. Purchè, dopo, non ci si presti a lamentele di ogni sorta…
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