Pagelle Juventus
Editoriale Palermo – Sannino sì, Sannino no
Published
12 anni agoon
By
RedazioneSannino si, Sannino no. Zamparini sfoglia la margherita. Ha recitato il mea culpa, dichiarandosi pentito di averlo mandato via. Come sempre. Succede regolarmente così (con Pioli, addirittura si superò usando una metafora cannibalesca autocastrante ). Salvo pentirsi del proprio pentimento. Adesso, a campionato finito, ricomincia laltalena. Un giorno lo conferma, a parole, un altro si muove per sostituirlo. Intanto è saltato Cattani, colpevole di un mercato estero deficitario da quando è stato gestito in prima persona e non sotto lala protettiva di Sabatini e soci.
Saluterà Miccoli, anche lui col rinnovo pronto, prontissimo finchè non gi è stato consigliato di far le valigie (cogliendo al volo lopportunità degli imbarazzi giudiziari dellormai ex capitano). Poi, potrebbe toccare a Perinetti che conduce le prime trattative ma che non sa in coscienza quale sarà la sua sorte (intanto è arrivato Amoruso).
Ma torniamo a Sannino. Finchè la salvezza poteva essere acciuffata in extremis, se ne sono lodate per ovvio interesse a cementare il gruppo – le capacità di condottiero ed il fatto che avesse ridato anima ad una squadra allo sbando. Vero fino a un certo punto. Anche del primo Gasperini si era detto lo stesso. Fino al derby con il Catania il tecnico piemontese aveva raccolto riconoscimenti ed una media punti di 1,18, ovvero superiore a quella attuale dell elogiato Sannino fermo a 1,00.
E giusto notarlo. La realtà che esce dai numeri è che il Sannino-bis è iniziato bene perché ha potuto operare nellindifferenza generale, senza pressioni (tutti ormai davano il Palermo per spacciato), rimettendo in squadra gli anziani tutti, beneficiando dellinconsueta prolificità di Ilicic ed incontrando squadre demotivate (Samp, Inter, Roma, ecc). La controprova è aver toppato nella gara casalinga decisiva col Bologna ed in quelle contro avversari con obiettivi da raggiungere (Juve, Udinese e Fiorentina) ricadendo peraltro in vecchi errori (Donati difensore, tattica rinunciataria) e crollando proprio sul più bello. Un po poco per incoronarlo (mancato) salvatore della patria.
A Zamparini era utile, ripetiamo a situazione in bilico, spronarlo con parole al miele. Adesso la situazione è un po diversa. Sannino conosce la B, ma non lha mai vinta. Ha temperamento, ma non il carisma e il curriculum per imporsi al presidente. Ha chiuso con dignità, ma è pur sempre retrocesso (e il patron rosanero è abbastanza superstizioso per dar peso alla cosa). Ha un altro anno di contratto e questo potrebbe rivelarsi lelemento decisivo. In negativo, però. Perché un allenatore a poco meno di un milione allanno per la serie B è una mostruosità.
Soprattutto in un club che vuole e deve, le norme glielo impongono, abbassare il monte ingaggi. Quindi, è questo il punto. Il fondamento di congetture che il futuro prossimo decreterà quanto reali. Se Sannino ricevesse lofferta da unaltra squadra in A, anche con ingaggio di poco inferiore, forse se ne andrebbe e volentieri. Ove non la ricevesse o fosse troppo bassa, resterebbe in Sicilia correndo il rischio di fermarsi nuovamente. Non è un allenatore rampante, ha la sua età, in carriera non ha mai guadagnato cifre significative, è umano che ci pensi mille volte prima di rinunciare alla lauta prebenda garantitagli.
Quindi Zamparini ha un po le mani legate. Avrebbe interesse, forse, che se ne andasse per risparmiare lennesimo salasso e, sotto questo profilo, si giustificano persino le lodi sperticate, quasi voglia raccomandarlo perché qualcuno se lo prenda. Ove ciò non avvenisse, allora farà buon viso a cattiva sorte, affidandogli il rilancio e sperando dazzeccarci. E questa, ossia la conferma poco convinta, sarebbe la peggior notizia per il tifoso ancora scottato da numerosi precedenti (Colantuono, per dirne una). La miglior maniera, insomma, per cominciare la stagione nel modo peggiore.
You may like
Dal Newton Heath al Manchester Utd: quando i Red Devils non erano diavoli e neppure rossi
Quella volta che… Sylvester Stallone parò un rigore alla Germania
FOTO – Il Bayern vince ancora, ma a festeggiare non c’è proprio nessuno…
VIDEO – Ricordate Diego Forlan? Gioca e segna ancora, ma nella Serie B giapponese!
18 gennaio 1953, quella volta che Amadei al 90′ fece esplodere il Vomero e piangere la ‘Signora’
Storia dell’autogol: i pionieri, i più grandi “autogoleador”