Editoriale – Lewandowski? Alle italiane non serviva…

Il tanto reclamizzato calcio spagnolo, quello dei Palloni d’Oro, della Top 11 della FIFA, quello dei fuoriclasse, esce a pezzi dalla doppia sfida contro i cugini tedeschi, forse meno belli da vedere, sicuramente più efficaci e cinici. Per “titolare” si potrebbe dire che la programmazione vince contro le mani bucate.

Già, perché una squadra “fatta in casa”, creata nel tempo con giocatori semisconosciuti ai più, con lungimiranza e competenza, ha annichilito quella che quegli stessi giocatori – magari – se li andrà a comprare l’anno prossimo a peso d’oro. Come ha fatto con Ronaldo, con Kakà, con Ozil, ma anche con Coentrao (30 milioni di euro) e con Sergio Ramos (28). Il Real aveva due spagnoli in campo, di cui uno è era il portiere (l’altro Sergio Ramos). Il Borussia era pieno zeppo di tedeschi e anche gli altri lo sono praticamente d’adozione. Una squadra costruita con sagacia e assemblata con pazienza certosina da un grande tecnico.

A Dortmund è sembrato assistere alla ripetizione della disfatta del Barcellona a Monaco del giorno precedente: il Real ha solo avuto la fortuna che l’impietosito Hummels un gol ha deciso di regalarglielo, alimentando qualche flebila speranza per il ritorno. Ma la differenza tra le due squadre è che una ha giocatori con nomi da cartoni animati giapponesi, Blaszczykowski, Piszczek e Gundokan, l’altra le figurine ce le mette in campo per davvero.

Parlavamo di programmazione in precedenza, e non a caso. Venduto Ozil al Real Madrid, il Borussia lo ha rimpiazzato con Reus e ben sapendo di avere in casa un diamante grezzo come Gotze. L’anno prossimo si ritroverà senza Lewandowski, Hummels e, appunto, Gotze. Siamo certi che li abbiano già rimpiazzati. Perché in Germania lavorano così, senza fermarsi, senza guardarsi indietro, senza farsi spaventare dai nomi impronunciabili.

“Ho offerto Lewandowski a mezza Serie A quando non costava nulla – ci ha raccontato un agente esperto di calcio tedesco e polacco qualche tempo fa – ma nessuno lo ha voluto nemmeno provare. Perché? Forse costava troppo poco…”. E poi ci chiediamo perché il calcio tedesco ci ha sverniciato nel ranking e domina l’Europa…