Pagelle Juventus
Editoriale Besana I tifosi dellInter sbagliano idoli e nemici
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12 anni agoon
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RedazioneCredo che i tifosi dellInter – quelli che vanno allo stadio, quelli che con sacrificio seguono la squadra in trasferta, non quelli da salotto e pay tv – abbiano dato prova di strenuo stoicismo in questa stagione maledetta per i propri colori. Hanno dovuto ingoiare, i meschini, di tutto e di più, fiele, umiliazioni varie e assortite: qualcosa come 12 sconfitte nel solo campionato, e poi rovesci in Europa League e infine in Coppa Italia. Ora però il bicchiere è colmo, e ha finito col tracimare. Ripeto, per me hanno avuto fin troppa pazienza, nel mio piccolo non sono stato altrettanto tollerante.
Ma ora il punto è un altro, lira dei supporter nerazzurri – almeno a giudicare da quanto si è visto ieri sera a San Siro – si è riversata sul bersaglio sbagliato, quanto strumentalmente ognuno è in grado di giudicare da sé. Che senso ha infatti mettere nel centro del mirino il direttore generale Marco Fassone, lultimo arrivato in casa interista, un amministrativo, sia pure di riguardo? Fassone allInter si occupa di tutto salvo che di aspetti tecnici o psicologici, tipo la campagna acquisti-vendite o i rapporti tra lallenatore e il cosiddetto spogliatoio.
Fassone non a caso, proprio nellimminenza dellinfausta semifinale di ritorno di Coppa Italia con la Roma aveva indetto una conferenza stampa per illustrare nel dettaglio la prossima tournée estiva negli Usa (probabile, se non ci saranno per i nerazzurri preliminari di Europa League), approfittando delloccasione per strologare di marketing, di brand, insomma di tutte quelle cose che notoriamente sono al primo posto nella personalissima hit parade del tifoso nerazzurro. Spero si capisca lironia. Fassone fa il suo mestiere, che attiene gli aspetti amministrativi, limmagine, il marketing, magari prenoterà anche i pullman per le trasferte e si occuperò della qualità del cibo alla Pinetina, ma non certo di chi va in campo la domenica, delle condizioni di forma di Ranocchia, dellincredibile catena dinfortuni (a chi tocca la spiegazione?), della broccaggine di Schelotto, dellusura di Rocchi.
Bene, anzi male. Assolti i calciatori per limpegno profuso, sostanzialmente ignorato lallenatore, solo sfiorato il presidente Moratti dai veleni di questa infame stagione, incredibilmente graziati Marco Branca, Piero Ausilio e compagnia cantante, con chi se lè presa principalmente ieri sera la curva interista? Con Marco Fassone, chiamato in causa per una vecchia storia. Ricordiamo tutti quando Mourinho bollò con il celebre zeru tituli gli insuccessi della concorrenza, segnatamente Milan e Juve. Fassone, allora in forza al club sabaudo, rispose alla provocazione del portoghese esibendo una maglietta bianca con una scritta più o meno di questo tenore: Meglio un anno senza tituli che una vita da ridiculi. Ieri i tifosi interisti hanno riesumato foto e scritta rinfacciando in sostanza a Fassone il livore di quella reazione, il suo passato juventino e, appunto, una presunta non appartenenza alla storia, al presente dellInter.
Appartenenza ad esempio riconosciuta a Mou, quando in realtà per il portoghese più che di appartenenza si dovrebbe parlare di competenza, di massima professionalità. Perché qui sta il busillis: sì, il senso dappartenenza al club è gran cosa, ma chi vi opera professionalmente deve in primo luogo dare risposte da manager, da esperto, deve lavorare di testa più che di pancia. Altro tragico equivoco: la tifoseria nerazzurra, bastonata dalle decisioni arbitrali, dimentica degli oggettivi limiti della squadra (lalibi infortuni regge fino a un certo punto), ha eletto a proprio paladino il supporter-vip Bonolis. Il teorico del complotto, capirai che originalità e profondità di pensiero. Il comico denunciante di congiure atte a favorire il Milan per lapprodo in Champions. Non è così, sparando merda dal ventilatore, che si gettano le basi per ripartire.
Tanti tifosi sono contenti di trovare in Bonolis la sponda che volevano, soddisfatti di sentirsi dire quello che fa piacere, non vinciamo più perché le istituzioni (?) ci sono nemiche. Contenti loro. Io non la penso così, questa Inter che si piange addosso e grida al complotto assomiglia troppo a quella che per anni ha frequentato anonimi percorsi, raccogliendo la simpatia che si concede volentieri ai perdenti, il sarcasmo dei vincitori, la finta solidarietà degli ipocriti.
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