Amarcord
Diritti tv, Antitrust: “Rivedere criteri distribuzione”
Published
12 anni agoon
By
RedazioneStangata dell’Antitrust sulla Lega Calcio; l’Autorità garante della concorrenza ha sottolineato la necessità di una diversa ridistribuzione degli introiti ricavati dai diritti televisivi, insistendo sul fatto che tale ripartizione dovrebbe essere basata sul merito sportivo e decisa da un soggetto terzo, diverso dalla Lega di Serie A.
In una lettera indirizzata a Parlamento e Governo, Giovanni Pitruzzella (presidente Antitrust) chiede quindi di “rivedere i criteri per l’assegnazione tra i club delle risorse derivanti dalla vendita dei diritti tv nel settore calcistico“.
Prosegue Pitruzzella: “occorre innanzitutto prevedere meccanismi di ripartizione che premino maggiormente il merito sportivo, eliminando il riferimento ai risultati storici contenuti nella normativa vigente, che partono dai risultati della stagione calcistica 1946/1947. Anche il riferimento al bacino d’utenza dei club, previsto dalla normativa del 2008, non risulta direttamente riferibile al risultato sportivo, visto che il numero di spettatori cui può fare affidamento una società di calcio sfugge alla logica meritocratica. È dunque necessario rivedere l’opportunità di mantenere tale criterio di ripartizione, o quanto meno di limitarne ulteriormente l’incidenza rispetto a quello che premia i risultati“.
Una tale missiva è stata giustificata dall’Antitrust dal momento che “i profitti di una società sportiva dipendono dalla competitività dei concorrenti: un evento sportivo ha infatti una maggiore attrattiva quando c’è equilibrio tecnico tra le squadre e quindi incertezza sul risultato.”In chiusura, ecco la stoccata contro la Lega Calcio, soggetto non del tutto imparziale nell’assegnazione dei profitti:
“La Lega, in quanto composta da organi in cui siedono esponenti delle singole squadre, non rappresenta infatti il soggetto nella posizione migliore per dettare le regole di ripartizione delle risorse, posto che talune società potrebbero trovarsi nella condizione di influenzare a loro vantaggio tali scelte. La ripartizione dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi, indipendentemente dallo specifico meccanismo di commercializzazione adottato, dovrebbe, quindi, essere effettuata da un soggetto avulso dagli interessi economici delle società di calcio, e realizzata nell’ottica di garantire la necessaria flessibilità e competitività dell’intero sistema calcistico”.