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Tonina Pantani: “Hanno voluto distruggere un italiano per favorire un altro”?
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12 anni agoon
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Redazione
Una richiesta precisa, un invito a parlare e a dire la verità.
Tonina Pantani, mamma di Marco, a distanza di nove anni dalla morte del Pirata, chiede la verità, come ammesso ai microfoni della trasmissione di Radio Manà Manà Sport “Ultimo Chilometro”, vuole svelare i dubbi che da quel 14 Febbraio si porta dietro, dubbi legittimi e impossibili da tacere a una madre e a un padre.
Mancano pochi giorni al via del Giro d’Italia, e per la famiglia Pantani è difficile se non impossibile far finta di niente: “Sono sempre brutti momenti, anche se sono passati tanti anni ma per me è sempre una ferita aperta e troppo grande, un figlio è un figlio. Marco metteva davanti a sé sempre i tifosi, gli ho visto fare tanti sacrifici e tante rinunce”.
Tonina Pantani ha le idee chiare su alcuni aspetti, che hanno portato poi alla scomparsa di Marco: “La storia ha preso una piega che non ci si aspettava, sono state dette tante bugie e l’hanno voluto far passare per quello che non era, e l’hanno ammazzato del tutto”.
In quel periodo in tanti si erano convinti che Pantani fosse stato volutamente messo da parte per favorire un altro corridore, l’americano Lance Armstrong. “Tutti sapevano quello che si è rivelato ultimamente, io non giudico perché non lo conosco ma Marco l’ha lasciato anche scritto; mi sa tanto che hanno voluto distruggere un italiano per un’altra persona. Un mese dopo la morte, Marco è stato assolto da tutto, abbiamo passato dei brutti momenti, la notte Marco non dormiva più, lo rivedo ancora affacciato ai vetri della finestra che guarda sulla strada, tutta la notte era affacciato lì”.
La sofferenza e la rabbia non passeranno mai per quello che è successo: “Ho tanta rabbia e vorrei, a distanza di tanti anni, che venissero fuori coloro che hanno colpa e si mettessero una mano sulla coscienza, penso che anche noi abbiamo il diritto di vivere gli ultimi anni che ci rimangono in pace e non morire con questo dubbio. Mi rivolgo anche a molte trasmissioni ma sembra che il caso non interessi a nessuno, ci sono tanti dubbi anche sulla morte di Marco, non so più dove rivolgermi; sarebbe ora che questo muro di omertà cadesse, che cominciassero a parlare. Anche se scopro chi o come, Marco non me lo darà indietro più nessuno, ma vorrei conoscere la verità per tappare la bocca a tanta gente che l’ha accusato fino alla morte”.