Pagelle Juventus
Editoriale Besana – Al milanista rispondo io
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12 anni agoon
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RedazioneSo già che qualche pirla, dopo avermi letto, mi darà del Ponzio Pilato. Pazienza. Hanno sbroccato un po tutti in questa domenica di (insana) passione. Perché secondo me in questultima velenosa polemica innescata dalle dichiarazioni del presidente nerazzurro Massimo Moratti, del presentatore-tifoso Bonolis (con irruzione scomposta del non evoluto rossonero Alessandro Iacobone) sono riusciti tutti – tutti i picconatori scesi nellarena, tutti o quasi gli scudieri accorsi a sostegno – a passare in un amen dalla parte del torto. Un record di corbellerie e smaccate partigianerie cui hanno contribuito in tanti, in troppi. Qualcuno in assoluta buona fede, senza secondi fini. Altri furbescamente interessati.
Dico subito che tra i primi includo senza esitazioni il non evoluto Iacobone, genuino cuore rossonero, che giustamente nella sua dura reprimenda qui pubblicata (che mi accingo a contestare in certi discutibili passaggi) rivendica a mo di premessa la schietta indipendenza di giudizio nei confronti della politica e del pensiero ufficiale del club di via Turati, cui nel corso degli anni non ha lesinato critiche (Nessuno mi potrà mai dare dello zerbinato afferma orgoglioso Iacobone).
Ma nella categoria dei peccatori genuini mi sento dincludere lo stesso Bonolis, che non credo abbia sparato a zero per compiacere i vertici dellInter, squadra di cui è notoriamente tifoso malato. Tanto meno per avere il classico momento di celebrità che un po tutti sogniamo nella vita, visto che Paolino non ne ha proprio bisogno. Anche le ultime nevrotiche performances televisive di Avanti un altro ne hanno confermato il gradimento da parte della platea tv, insomma Bonolis ha cannoneggiato sul Milan, sugli arbitri, sullintero sistema calcistico marcio solo perché ha dato retta alla pancia, voce (secondo me stonata) alla frustrazione del tifoso tradito.
E stato Moratti ad aprire per primo il fuoco, dopo lo sciagurato arbitraggio di Gervasoni, rigore del tutto inventato a favore dellAtalanta Da queste colonne ho già espresso la mia opinione: decisione più che scandalosa, ma a esecuzione avvenuta (Denis dal dischetto per il 2-3 atalantino), lInter era pur sempre in vantaggio e, fosse stata un squadra equilibrata (cosa che non è), avrebbe comunque portato a casa un risultato determinante per le residue ambizioni di centrare la zona Champions, non avrebbe incassato due gol in pochi minuti, non avrebbe consentito dessere così malamente rimontata (rimando comunque al mio editoriale di qualche giorno fa).
Il presidente dellInter ha detto nel postpartita cose molto pesanti: il rigore era inesistente – e su questo non ci piove -, per poi aggiungere un lapidario, irresponsabile Non credo più alla buonafede degli arbitri che, detto da un uomo che fino a prova contraria per il suo ruolo fa parte delle istituzioni (calcistiche), suona come una sentenza di morte per la credibilità dellintero sistema- calcio.
Bonolis è andato oltre:Il pretesto è chiaro, ci deve essere una sceneggiatura scritta che prevede un finale, quello del Milan che ha fatto investimenti e che vuole essere portato in Champions League ( ) E una commedia, è palese. Sono decisioni prese sicuramente a tavolino. Quando lInter sarà completamente disinnescata, i rigori ce li daranno ( ). Una gigantesca commedia che vuole lepilogo suddetto: il Milan in Champions. Le altre squadre sono comprimarie di scena, la sceneggiatura è già stata scritta, sappiamo chi è lassassino, chi il vincitore, chi il perdente. Il consiglio (fraudolento) a Moratti di mandare in campo, per protesta, di qui alla fine del
campionato la Primavera in luogo della prima squadra è demagogico, banale, irrealizzabile, fa torto allintelligenza di un Bonolis per quanto obnubilato dal tifo e prostrato dai cattivi risultati della sua squadra del cuore. Che è anche la mia, intendiamoci.
Dichiarazioni e proposte che, nel mio piccolo, non mi sento proprio di avallare. Ho settantanni, sono tifoso dellInter da quando avevo le braghe corte e papà mi portava – gli occhi incantati, i miei occhi puri – ai popolari di san Siro. Se credessi o avessi creduto che tutto è una enorme mistificazione, una vergognosa commedia, un intrallazzo ignobile, da tempo la domenica pomeriggio sarei andato a pescare o a fare picnic al Parco. Credo che Bonolis non abbia il diritto, e tantomeno le prove, per gettare fango su tutti e su tutto. Direi che i comici, in questo Paese, stanno facendo (o già hanno fatto) abbastanza danni. Quasi un sollievo che Bonolis si limiti a destabilizzare il football.
Iacobone, beh il non evoluto picchia duro nella sua lettera aperta a Bonolis. Peccato che nella sua foga polemica non risparmi a sua volta gratuiti veleni nei confronti della Beneamata, tirando in ballo – a sproposito – triti cascami di Calciopoli, argomenti obsoleti, usurate tesi daccusa (che menata lironico riferimento allimparzialità di Guido Rossi, ad esempio!). Mi stupisce che Iaco attribuisca le tre giornate di squalifica inflitte a Balotelli alle presunte geremiadi degli interisti che in tal modo avrebbero influenzato il verdetto dei giudici. Così come è assurdo sostenere che il Balotelli rossonero dà fastidio ( ), il nuovo Mario in formato bravo ragazzo non seve a nessuno ( ). Ovvero: abbiamo bisogno – la stampa, lopinione pubblica ha bisogno – del Balotelli bad boy che riempiva i giornali dei suoi gossip spostando lattenzione da un calcio sempre più impegnato a far disamorare i tifosi.
Chiudo concordando con quella che mi sembra opinione diffusa circa le recenti incongruenze della giustizia sportiva, in tema di sanzioni disciplinari. In effetti le tre giornate a Balotelli (una per lammonizione rimediata in gioco, le altre due per lingiurioso Che cazzo guardi? rivolto allassistente di linea) sono una enormità, non si giustificano, al di là dellarroganza di Supermario. Non si giustificano soprattutto alla luce di altri provvedimenti di segno diverso, tipo la sola giornata inflitta a Cambiasso per lentrata omicida su Giovinco nel finale di gara di Inter-Juve e la clemente decisione (anche qui una sola giornata di fermo) nei confronti del rissoso Schelotto di Inter Atalanta. Quando gli atalantini Cigarini e Raimondi (3 giornate!) hanno pagato pegno assai più pesante.
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