Pagelle Juventus
Editoriale – E si finisce sempre a parlare di arbitri…
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12 anni agoon
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RedazioneChe tutto il mondo sia un grande, enorme paese, è fuori discussione. Non trovi critica che non possa unire Cile e Cambogia, Italia o Sudafrica, e il calcio non fa eccezioni. Sempre di strettissima attualità è l’operato degli arbitri italiani, spesso considerati i migliori d’Europa, ma martoriati in patria. Questo turno di campionato ha consegnato alle tribune sportive più o meno illustri gli scalpi di Gervasoni e Tagliavento, fischietti rispettivamente di Inter-Atalanta e Fiorentina-Milan. E’ vero, di errori se ne sono visti, ma non è scritto da nessuna parte che sia la malafede a regnare sovrana sull’esito del campionato.
L’Inter ha esagerato con le sue proteste, tifose e non. Paolo Bonolis dice che il copione vuole il Milan in Champions? Moratti afferma di non credere nella buonafede di Gervasoni? Più che altro non dovrebbe credere nella forza dei suoi giocatori, la metà dei quali apparsi più da pensione che da Serie A. E’ vero, i nerazzurri non sono stati particolarmente aiutati dalle decisioni in questa sciagurata stagione, ma non si arriva sesti solo per colpe altrui…
Come non si è eliminati dalla Champions League solo ed esclusivamente per una svista arbitrale. L’episodio chiave riguarda ovviamente Borussia Drtmund-Malaga. Con il punteggio sull’1 a 1 – risultato che qualificherebbe gli spagnoli – Eliseu segna in evidente posizione di fuorigioco. Ospiti ad esultare. E a tacere. Poi il ribaltone firmato Reus-Santana, ed il gol qualificazione del brasiliano puzza dello stesso odore di quello siglato dall’ex Lazio pochi minuti prima: sì, è fuorigioco (tra l’altro complesso da vedere perchè il portiere NON è l’ultimo giocatore a tenere in posizione regolare il difensore, come invece capita nella maggior parte dei casi). Quando fa comodo, si sta zitti, vero? Poi, appena le condizioni cambiano, giù a lamentarsi come non mai.
Due episodi controversi che il direttore di gara, lo scozzese Craig Thomson, ha valutato cadendo nello stesso identico errore, non aiutato dai suoi assistenti. Il Malaga grida allo scandalo, si indigna e chiede addirittura alla Uefa di aprire un’indagine, e magari farà appello anche alla Corte Spaziale della Via Lattea perchè sia fatta giustizia. Ma la verità è che invece di alzare questa polemica, il club andaluso avrebbe fatto meglio a complimentarsi con il Borussia Dortmund per la grande reazione avuta in 5 minuti, magari evitata con un pizzico di attenzione in più, e forse si sarebbe risparmiato questa totale figuraccia, in campo e fuori, nella prima apparizione in Champions League della sua storia.
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