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Editoriale Palermo: Contro il tabù trasferta
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12 anni agoon
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RedazioneA Genova per verificare i progressi e capire se la vittoria con la Roma abbia costituito la svolta di un campionato fin qui pessimo ovvero il canto del cigno di una squadra alladdio alla serie A. Senza mezze misure. A breve scopriremo se i rosanero siano veramente cresciuti sul piano della convinzione e della grinta, siano pronti ad immolarsi fino allultima stilla di sudore e abbiano imparato finalmente a far funzionare muscoli e cervello insieme. Sperando che non sia troppo tardi. I tifosi mantengono intatti i propri dubbi sulla capacità dei deludenti beniamini di trasformarsi in un pugnace manipolo di eroi capace despugnare per la prima volta un campo esterno, ma sarebbero ovviamente felici di esserne smentiti.
Sannino dice di crederci. Forse vorrebbe riproporre una formazione sulla falsariga della precedente, ma stavolta la massima squadra che vince non si tocca difficlmente verrà onorata. Per ragioni obiettive e per le caratteristiche dellavversario. Sorrentino è in forte dubbio e questa è forse la peggior notizia per lambiente rosanero. Il portiere è un punto di forza tecnico e caratteriale. Il suo sostituto, Benussi, aveva fatto benino lanno scorso, mentre questanno ha intervallato le sue papere a quelle del più impiegato Ujikani. Roba da far venire i brividi. Si parla anche dell arretramento di Donati: altri brividi in arrivo, considerata la velocità degli avanti blucerchiati. Miccoli, in grande spolvero coi capitolini, verrà confermato? Scommettiamo che Sannino ci sta pensando: lapporto esterno del Romario del Salento non è quello casalingo, è vero, ma relegarlo in panchina sarebbe come ricadere in errori fin qui letali.
Delio Rossi è un amico del Palermo e dei palermitani, non cè dubbio. Ma non è nella condizione di chi può fare favori (un po perché ha fretta di raggiungere la quota salvezza e un po per non alterare la regolarità del campionato esponendosi a facile critiche) e forse non vuole neppure, memore dei contrasti con Zamparini che, per dirne una, nellanno successivo al divorzio dopo la bella favola della finale di Coppa Italia condita dalle lacrime del tecnico, promise un premio speciale ai suoi per batterlo alla prima occasione (Rossi era sulla panchina della Fiorentina, mentre su quella opposta sedeva Mangia, poco dopo esonerato).
Zamparini, appunto. Col patron, siamo alle solite. Proprio quando la squadra si riscatta dopo quattro mesi di digiuno, ritrova un minimo di morale e condizione, recupera un soffio sulle avversarie, sfodera una prestazione quantomeno dignitosa, cosa fa il presidente? Dichiara urbi et orbi che è convinto della retrocessione e che sta lavorando per la prossima stagione in B. Che Ilicic, finalmente positivo e decisivo, verrà ceduto perché, pur bravo, è un mollaccione. Che i suoi compagni sono imbelli, eccetera eccetera. Complimenti! Proprio il modo migliore per incoraggiare i suoi a tentare unimpervia rimonta! Della serie, facciamoci del male. Anzi, continuiamo a farci del male
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