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Ruzzi: “Zarate ostaggio di Lotito e Tare”
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12 anni agoon
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Redazione
Furibondo per la situazione che si è venuta a creare in casa Lazio a proposito del suo assistito Mauro Zarate il procuratore del giocatore argentino, Luis Ruzzi, ha deciso di vuotare il sacco rompendo così quel muro di silenzio che da troppo tempo sta nascondendo le verità sul caso Zarate. Parole al vetriolo nei confronti del presidente Lotito e del DS Tare che hanno più il valore di un attacco frontale che di uno sfogo da scoop giornalistico e che durante la trasmissione Calciomercato sull’emittente Sportitalia sono rimbombate con toni aspri e minacciosi all’indirizzo della dirigenza laziale e Lotito in particolare: “La Lazio è lui. Non c’è passato e non c’è futuro, c’è solo lui. Il presidente ha speso 20 milioni, poi non ha più parlato di Mauro. Quando Zarate arrivò a Roma non c’era nemmeno un direttore sportivo, quindi la trattativa in Qatar la feci praticamente io. Il primo anno Mauro fece benissimo, poi arrivò Tare (nel dicembre 2008, ndr) di cui però Lotito non si fidava, tanto che chiamava Sabatini per alcuni consulti. Mi disse anche di averlo assunto solo perché parlava cinque lingue “.
Ruzzi continua svelando una fortissima antipatia sorta tra Tare e Zarate: “Durante un Lazio-Juventus ci fu uno screzio tra Tare e Zarate. Il ds ha sempre avuto un’antipatia per Mauro perché non l’aveva portato lui e perché voleva ingraziarsi Lotito. Quando andammo in Qatar per trattare il riscatto, Tare sparlava di Mauro, anche della sua vita privata. Nel dicembre del 2009 mi tenne due ore al telefono per lamentarsi del fatto che Zarate sarebbe tornato il giorno 28, mentre gli altri argentini sarebbero tornati il 30. Poi arrivarono, guarda caso, le dichiarazioni al vetriolo di Ballardini che accusava Zarate di scarso impegno “.
L’agente parla poi della situazione divenuta insostenibile di Zarate e degli altri giocatori fuori rosa: “Solo alla Lazio possono succedere queste cose. Se la squadra si allena la mattina, allora lui si allena il pomeriggio, sennò il contrario. Se la Lazio fa doppia seduta, allora lui si allena alle 13 e si spoglia nello spogliatoio degli avversari che vengono a giocare contro la Primavera. Si allenano a parte, senza i preparatori della squadra, lui insieme a Diakité e Cavanda, Foggia e Barreto. Nessuno interviene, Tommasi mi aveva promesso di fermare addirittura il campionato e invece nulla. In Argentina si chiedono che fine abbia fatto Zarate. Noi vogliamo andare via, rinunceremmo a tutti i soldi. Pensate che questa estate sono stato per tutta la durata del ritiro ad Auronzo di Cadore a disposizione della Lazio e nessuno mi ha contattato. Abbiamo chiesto di spalmare l’ingaggio, abbiamo provato a venire incontro alla Lazio in tutti modi, ma non c’è stata mai risposta positiva. Lotito vuole vincere e stravincere “. E risponde così a chi accusa Zarate di non aver legato a livello di spogliatoio: “Non posso parlare dei giocatori, perché altrimenti perderei Maurito. Lo specchio dello spogliatoio della Lazio, però, si vede nella partita con il Genoa, quando Matuzalem entra in quel modo su Brocchi e la reazione dei compagni non è stata quella degli juventini quando Cambiasso ha fatto fallo su Giovinco. Questo è lo specchio della gestione Lazio “.
Poi Ruzzi spiega il mancato trasferimento alla Dinamo Kiev: “Vado a parlare con il presidente della Dinamo a Montecarlo e in dieci minuti ci eravamo messi d’accordo su tutto. Gli ho spiegato anche perché Maurito aveva voglia di andare a Kiev. Solo che la Dinamo voleva dare alla Lazio Marco Ruben e qualche soldo, ma la soluzione non piaceva a Tare e quindi fine del discorso. Questo il 22 gennaio. Poi il 29, dopo la partita con la Juventus Lotito parla in quel modo (dicendo che si augurava che Zarate accettasse la destinazione ucraina, ndr) e allora pensavo fosse tutto fatto e invece no. Si è parlato di clausole, ma non era vero nulla. È stato buttato solo fango su di noi. Sarebbe andato anche al Genoa, al 100%. Non ci è andato perché non era in grado di dare la metà del contratto di quello che Zarate percepisce alla Lazio. Siamo prigionieri di Lotito, la rottura è insanabile “.
Ruzzi svela anche i retroscena del famoso viaggio alle Maldive: “Lui è andato, ma non è vero che la società era all’oscuro. Non aveva un infortunio, ma un malanno di natura privata e dispiace sia uscito fuori “ , riportando stralci di una lettera che Zarate avrebbe inviato alla società prima della partenza: “Come noto che a due mesi sono stato obbligato a lavorare in umilianti condizioni. Sono stato costretto ad attività differenziate e inserito nel gruppo dei fuori rosa, di cui fanno parte anche altri giocatori come Diakité, Cavanda, Barreto, Foggia e Di Mario. In assenza di un allenatore, senza nemmeno incrociarsi con il resto dei giocatori e in orari non consoni a un’attività agonistica. Questo ha portato alcuni di noi a disertare le sedute, ma nessuno è mai stato ripreso per non essersi presentato. Segno questo del totale disinteresse verso la prestazione del giocatore. Come sapete ho intrapreso un’azione legale, ma questa situazione ha già prodotto gravi conseguenze per la mia salute e il mio stato psicofisico. Il 28 febbraio un medico consigliato dalla Lazio mi ha diagnosticato una patologia dermatologica provocata da condizioni stressanti. In più allego un altro certificato medico di neuro psichiatrica in cui, da un altro medico, mi viene consigliato un periodo di riposto di 30 giorni salvo complicazioni “.
Ora si attende naturalmente in tutta risposta, la versione ufficiale da parte della Lazio dell’intera faccenda.
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