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Editoriale Inter – Crisi e fallimento vicino: serve svoltare, partendo dalla dirigenza
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12 anni agoon
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RedazioneChe caos! Sono le parole che vengono, spontanee, guardando in casa Inter. Quella in corso doveva essere la stagione in cui dare il via alla rinascita, in cui gettare le basi per un nuova e importante era, magari non subito vincente ma del quale raccogliere i frutti tra due o tre anni. Ed invece siamo qui a commentare un quasi certificato fallimento. Un fallimento che ha tanti padri, dalla società alla gestione tecnica, passando per i giocatori. Per carità, è facile fare i censori col senno di poi, ma è evidente come siano stati fatti errori clamorosi e marchiani: gli ennesimi, da quando è andato via Josè Mourinho. Già, il nome del portoghese continua a ricorrere quando si parla di Inter, e non solo per celebrarne il ciclo di successi culminato nel triplete, quanto a mo di doloroso termine di paragone nei confronti di un presente alquanto sconfortante.
Un presente che ci dice di una squadra in evidente crisi tecnica e di personalità, dove lallenatore Stramaccioni pare avere decisamente perso la bussola rispetto ai mesi addietro, quando si era venuta a creare lillusione che lInter potesse essere lunica credibile e concreta antagonista della Juventus Campione dItalia: illusione vana e scacciata via da un amaro e brusco risveglio. Forse il tecnico nerazzurro, tra tutti, è quello con meno colpe sul groppone. Questa per lui era la prima vera stagione gestita per intero, dopo i mesi conclusivi dello scorso campionato, e va detto che ce lha messa tutta per tirare fuori il meglio dai suoi ragazzi. Però, a parte qualche picco, come nel caso della vittoria dello scorso novembre sulla Juventus o la quasi riuscita rimonta nel ritorno di Europa League contro il Tottenham, gli spettatori hanno spesso assistito alle performance di una formazione svagata, con poche idee, e con troppi interpreti che si sono rivelati inadeguati.
E se gli interpreti sono inadeguati, una grossa fetta di responsabilità ce lha chi li ha messi a disposizione del tecnico. Non per fare le pulci, ma cosa è passato nella mente di Branca e compagni quando, due anni orsono, misero sotto contratto uno come Jonathan, buono, forse, per la Serie B? E sì che il brasiliano ricopre un ruolo marginale in questInter, ma che dire di Ricky Alvarez? Lento, tecnicamente magari dotato, ma quasi mai incisivo e decisivo. E a chi è venuta lidea di affidare a Gargano il ruolo di regista del centrocampo? Il centrocampista uruguagio è un onesto pedatore, ma i numerosi errori in fase di impostazione stanno diventando troppo evidenti e grossolani per essere tollerati. Alvaro Pereira, poi, pagato 10 milioni di euro più bonus e sventolato ai quattro venti come il fiore allocchiello della campagna acquisti estiva, si sta rivelando un enorme buco nellacqua.
E la gestione del caso Sneijder? Prima gli si è fatto firmare un contratto di un certo tipo, poi si è cercato di costringerlo alladeguamento, di fronte al rifiuto lo si è messo fuori rosa e lo si è quindi svenduto al miglior offerente, vale a dire quel Galatasaray che a breve si giocherà laccesso alle semifinali di Champions League: il tutto col contorno dell’imbarazzante pantomima cui veniva ogni volta costretto Stramaccioni nel momento in cui veniva chiamato in causa sul mancato utilizzo dellolandse. Ma il peggio del peggio si è forse avuto in coincidenza con quello che avrebbe dovuto essere il mercato di riparazione ma che, a conti fatti, non ha rinforzato affatto la squadra.
Sono stati acquistati, tra gli altri, Schelotto, Kovacic, Kuzmanovic e Rocchi. Lex atalantino sta giocando poco e male, e di lui si ricorda positivamente solo il goal siglato nel derby. Il centrocampista serbo proveniente dallo Stoccarda non sta invece riuscendo a distinguersi dalla mediocrità generale. L’acquisto di Rocchi, poi, merita che vengano interpellati, al riguardo, i migliori oracoli dellantica Grecia: che logica c’è dietro la cessione di un giovane dalle buone prospettive come Livaja per prendere un esterno destro la cui assenza ad oggi non si noterebbe, ed un attaccante che, con tutto il rispetto che possiamo riservargli, ha già dato e da tempo il meglio di sé. Il risultato è che, al momento dellinfortunio che ha messo fuori dai giochi Milito, la compagine nerazzurra si è trovata priva di un adeguato sostituto. Qualche speranza la regala invece il giovane Kovacic, purchè venga messo nelle condizioni di fare bene.
Insomma, troppe cose non stanno girando a dovere, e non certo da ora. Ecco perchè Massimo Moratti deve dare vita allennesima rivoluzione, sì, ma partendo dalla classe dirigenziale. Branca ha forse fatto il suo tempo e il suo ruolo andrebbe assegnato a qualcun altro, con tanto di ringraziamento per il buon lavoro svolto negli anni passati. E Stramaccioni? Il discorso è molto semplice. Se si riuscisse ad arrivare ad uno tra Mourinho e Mazzarri, sollevarlo dall’incarico potrebbe essere cosa buona e giusta. Diversamente, meglio puntare su di lui e su acuni calciatori dai quali ripartire: in special modo il riferimento va ai vari Handanovic, Ranocchia, Guarin, Kovacic, Palacio e pochi altri. Per il resto, bisogna investire in maniera mirata e non schizofrenica, ma farlo senza remore: il cambio serve netto e radicale, se non si vorrà andare incontro ad un altro fallimento come quello che sembra caratterizzare sempre più questa annata.
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