Pagelle Juventus
Editoriale – La grandezza di Balotelli non è figlia dei rigori
Published
12 anni agoon
By
RedazioneIl calciatore italiano più celebrato del momento, eccetto forse Totti che ieri ha compiuto i 20 anni di Serie A, è senza dubbio lui: Super Mario Balotelli. Strano destino per un ragazzo che, sino a qualche mese fa, non faceva che conquistarsi le prime pagine dei giornali per le sue imprese fuori dal campo da gioco. Adesso, invece, è assurto ad ancora di salvezza del calcio italiano, principale punto fermo su cui fondare le nostre speranze di puntare alla conquista del titolo mondiale in quel di Brasile 2014. Merito del potere taumaturgico della maglia del Milan e di una continuità di gioco sin qui mai conosciuta, ne nel suo passato meneghino a tinte nerazzurre, ne negli anni vissuti al Manchester City.
Ecco perché, forse, meravigliarsi adesso di quanto sta facendo Mario rischia di valicare i limiti delleccessivo. E vero, i numeri parlano chiaro, e ci dicono di 7 reti segnate in 6 partite di campionato, oltre che, negli ultimi due incontri con la maglia della nazionale, di altre 3 segnature. 10 in goal tutto, 4 dei quali, però, dagli undici metri, e 2 dei quali, peraltro, messi a segno contro la modesta Malta. Insomma, i goal sono lessenza del calcio e, che siano dal dischetto o meno, fanno la grandezza di un attaccante. E però, laa puntualizzazione sul numero delle reti segnate dal dischetto, non lo facciamo per sminuire la bravura di Balotelli. Semplicemente è un elemento che utilizziamo per sostenere come la grandezza di questo giocatore non può essere figlia unicamente di questo momento, in cui lentusiasmo sta lasciando andare a giudizi che, forse, sarebbe stato più generoso e giusto fare anche prima, quando Balo è stato massacrato oltremodo.
Il Balotelli di adesso è tanta roba, ma lo era anche prima. Per carità, forse al Milan ha trovato la propria dimensione, ha trovato lambiente giusto per crescere anche se ci è approdato da neppure tre mesi per cui, calma con le sentenze definitive e va da sé che, se stai bene con la mente, tutto viene più facile. E tuttavia evidente come il Balotelli formato campione non può e non deve essere unicamente figlio del magic moment vissuto ora: semplicemente, se qualcuno, in passato, lo avesse fatto giocare con continuità, se lo avessero fatto sentire benvoluto, se lavessero protetto a dovere, con più fatti e meno chiacchiere, forse, la grandezza di Super Mario avremmo potuto constatarla con più celerità. Nella speranza che non ci faccia più ricredere: siamo fiduciosi
You may like
Dal Newton Heath al Manchester Utd: quando i Red Devils non erano diavoli e neppure rossi
Quella volta che… Sylvester Stallone parò un rigore alla Germania
FOTO – Il Bayern vince ancora, ma a festeggiare non c’è proprio nessuno…
VIDEO – Ricordate Diego Forlan? Gioca e segna ancora, ma nella Serie B giapponese!
18 gennaio 1953, quella volta che Amadei al 90′ fece esplodere il Vomero e piangere la ‘Signora’
Storia dell’autogol: i pionieri, i più grandi “autogoleador”