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Editoriale Inter – Stramaccioni fino alla fine?
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12 anni agoon
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RedazioneChe lo si voglia negare o meno, a partire da società nerazzurra, giocatori e tifosi, Stramaccioni è su una graticola, e non di quelle facilmente scantonabili. La fiducia mostrata e dimostrata da Moratti fino a questo momento, tanta e secondo alcuni troppa, ha raggiunto il limite e il patron di Corso Vittorio Emanuele era stato perentorio in occasione del post-partita col Bologna, dichiarando a mo’ di ultimatum: “o arrivano i risultati o sarò costretto ad allontanare Stramaccioni e Branca“.
Il tema, come noto, non è recentissimo, anzi. La brutta partita di Siena che suggellava una ripartenza in campionato interista a velocità bradipo, aveva già fatto suonare un campanello d’allarme. Stramaccioni aveva rimesso tutto a posto nella gara col Chievo, poi la sciagura di Firenze, un derby così così, la figuraccia rimediata in Europa League col Tottenham a White Hart Lane e la sconfitta casalinga col Bologna hanno determinato l’escalation negativissima di Stramaccioni con l’aggravante del siparietto (chiamiamolo così) di spogliatoio con Cassano.
L’identikit che scaturisce dall’infausto momento in casa Inter è il medesimo che si va delineando sulla figura del giovane tecnico: il suo stato confusionale, dubbioso, nervoso, incerto è lo stesso ritratto che fotografa la squadra, e il suo futuro imminente. Un futuro di confusione e incertezza.
Scatta come sempre il giochino delle colpe e, conseguentemente, quello dello scarica barile. Invece all’Inter ognuno ha la sua bella parte di responsabilità, da Moratti (ovviamente) all’ultimo magazziniere della società, passando attraverso per la famigerata talpa dell’ “affaire Strama-Cassano”.
E così, è pur vero che Stramaccioni si è pigliato dopo Ranieri una squadra vecchia, demotivata e stanca nella testa e nelle membra, e che gli sono stati vomitati addosso acquisti di un mercato (sia a giugno che a gennaio) non suo ma rimane anche sacrosanto che il tecnico romano, a prescindere dalla sfortunata serie d’infortuni, Milito in primis, che comunque va ricordato, non ha saputo costruire un’identità di squadra. Stramaccioni non ha mai dimostrato di avere le idee chiare sul gioco. E l’Inter non è società che può permettersi il lusso di attendere le calende greche, perché ci sono degli obiettivi da centrare senza sé e senza ma, primo fra tutti il piazzamento in Champions League. L’Inter di Stramaccioni non sta garantendo raggiungimento di obiettivi su nessun fronte, questa è l’amara verità.
Allora crediamo che davvero a questo punto Moratti sia stato spinto sulla soglia di un aut aut: o si ritorna in corsa in Europa League a cominciare dallo spauracchio Spurs e in campionato con la gara di Marassi, o qualcuno dovrà fare le valigie, perché così si rischia di fallire in toto e di dover ingoiare delusioni su delusioni. E’ un po’ la logica del “tanto peggio di così…”
E allora riemergono le tanto vociferate soluzioni studiate neppure troppo di recente per traghettare l’Inter fino a giugno, per consegnare cioè a Mazzarri una squadra psicologicamente e strutturalmente stabile. L’accoppiata Baresi–Figo si era già sollevata dalla panchina di Appiano Gentile per il riscaldamento dopo il 4-1 di Firenze. Moratti è costantemente in contatto telefonico con Laurent Blanc che, sciogliendo gli accordi con la Federazione francese, si era già reso disponibile da inizio marzo. Ora spunta l’idea Mihajlovic, che ha già dichiarato di gradire assai l’ipotesi di sedere sulla panca dell’Inter definendolo un sogno ma di non voler gufare – da signore – contro Stramaccioni. Una cosa rimane comunque certa, Stramaccioni ha i giorni contati e se perde male col Tottenham e con la Samp, saluta Milano.
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