Pagelle Juventus
Editoriale – La vittoria di Vilanova (e di Roura), la sconfitta di Allegri
Published
12 anni agoon
By
RedazioneNessuna impresa al Camp Nou. Il Milan è uscito con le ossa rotte dalla sfida contro il Barcellona, che avrebbe potuto regalare un sogno alla squadra rossonera. Invece 4-0, Messi superstar e tutti a casa. Se è vero che l’avversario era una grande squadra, è vero però anche che sicuramente il Milan visto ieri non è stato quello della gara d’andata, e che era lecito aspettarsi di più dalla squadra di Allegri, che ha gettato al vento il vantaggio maturato nella gara di andata a San Siro, subendo passivamente il gioco degli avversari.
Se da parte catalana i grandi vincitori sono stati Tito Vilanova, che pur a distanza, dagli Stati Uniti, dove sta curando il tumore, ha saputo disporre alla perfezione la sua squadra in campo cogliendo di sorpresa il Milan con un inedito 3-3-1-3, e il suo vice Jordi Roura, bravo dalla panchina ad attuare le indicazioni del primo allenatore, da quella rossonera a finire sul banco degli imputati è in primo luogo il tecnico Massimiliano Allegri.
Se all’andata è stato il ‘deus ex machina’ dell’impresa, ieri il livornese ha ‘steccato’ decisamente la partita, sbagliando sostanzialmente tutto quello che si poteva sbagliare. A iniziare dalla formazione titolare. La scelta di snaturare la squadra ammirata all’andata a San Siro si è rivelata disastrosa. Flamini in posizione di mezz’ala destra si è rivelato inadeguato, e Abate a questi livelli ha dimostrato per l’ennesima volta di soffrire in maniera eccessiva a livello di tenuta mentale. Non è un caso che in particolare nel primo tempo gran parte dei pericoli per la porta di Abbiati siano arrivati dalla corsia destra rossonera, incapace di arginare lo straripante Iniesta e la mobilità di Pedro.
Proprio per questo è inspiegabile la decisione di Allegri di non schierare due dei protagonisti del successo del Meazza, ovvero De Sciglio e Muntari. Anche i cambi, una volta subiti i primi 2 gol, sono arrivati in maniera tardiva e nel complesso sono apparsi poco convincenti. Perché inserire il nigeriano al posto di Ambrosini, fino a quel momento uno dei più combattivi in mezzo al campo, e non, invece, al posto dello spento francese? Perché non inserire prima Bojan, e giocarsi il tutto e per tutto fin dall’inizio del secondo tempo, puntando sulla sua sete di rivalsa, visto che un gol rossonero avrebbe complicato terribilmente i piani dei padroni di casa?
Delle domande che, probabilmente, resteranno senza risposte, e nelle quali sta, una parte dei motivi per cui ieri il Barcellona ha dominato la squadra rossonera. Ma Allegri ha interpretato male la partita anche a livello tattico e psicologico. E’ bastato inserire un centravanti (Villa) e arretrare di qualche metro la posizione di Messi per consentire ai catalani di gettare lo scompiglio nella retoguardia avversaria.
Forse c’è stata una sottovalutazione dell’avversario, forse, più probabilmente, un pizzico di presunzione del livornese, che ha pensato ormai di conoscere lo stile di gioco di catalani e per questo non ha ritenuto neccessario operare degli accorgimenti tattici rispetto alla partita dell’andata. Errore grossolano, visto che proprio sul nuovo schema tattico i blaugrana hanno costruito la ‘remontada’. Stavolta, più che a San Siro, quando giocava da punta pura, una marcatura stretta su Messi avrebbe dato probabilmente risultati importanti, impedendoli di dominare fra le linee.
Invece ‘La Pulce’, in forma smagliante, ha goduto di larghi spazi per agire, portando il caos nelle fila rossonere e colpendo come un carnefice con la sua vittima con gol e suggerimenti per i compagni. Ma anche dal punto di vista psicologico il tecnico rossonero non è riuscito a infondere alla squadra la giusta determinazione, che sarebbe servita per provare a fare il miracolo.
Sul campo il Milan è sembrato da subito succube dell’avversario e incapace in alcun modo solo di pensare a una reazione, come un boxer in difficoltà stretto all’angolo, consapevole della forza dell’avversario e timoroso di finire al tappeto. Per Allegri, insomma, una vera Caporetto a livello europeo.
Ancora una volta il tecnico non è riuscito a superare lo scoglio degli ottavi di finale. In via Turati probabilmente non l’avranno presa bene. E chissà cosa ne pensa il presidente Berlusconi, che avrà assistito alla partita dall’ospedale San Raffaele in cui è ricoverato.
E chissà se il presidente Berlusconi, dall’ospedale San Raffaele in cui è ricoverato, si sarà ancora una volta lamentato del suo allenatore. Questa volta ne avrebbe avuto ben donde. Perché l’impressione resta quella che con un altro Milan e, forse, con un altro allenatore in panchina, ieri eliminare il Barcellona sarebbe stato possibile.
You may like
Dal Newton Heath al Manchester Utd: quando i Red Devils non erano diavoli e neppure rossi
Quella volta che… Sylvester Stallone parò un rigore alla Germania
FOTO – Il Bayern vince ancora, ma a festeggiare non c’è proprio nessuno…
VIDEO – Ricordate Diego Forlan? Gioca e segna ancora, ma nella Serie B giapponese!
18 gennaio 1953, quella volta che Amadei al 90′ fece esplodere il Vomero e piangere la ‘Signora’
Storia dell’autogol: i pionieri, i più grandi “autogoleador”