Pagelle Juventus
Editoriale NBA – Lakers ai playoffs: alzi la mano chi ci crede
Published
12 anni agoon
By
RedazioneAlzi la mano chi, questestate, mentre i gialloviola losangelini, annunciavano tra i flash dei fotografi e le luci di Hollywood, larrivo di Dwight Howard e Steve Nash, che avrebbero dovuto costituire insieme a Bryant, Gasol e Metta World Peace (al secolo Ron Artest) un Dream Team in grado di spazzare via sia Miami che OKC, avrebbe scommesso che a 20 gare dal termine della regular season, la squadra più famosa del pianeta, avesse appena raggiunto il 50% di vittorie e si trovasse, attualmente, fuori dai playoffs.
Sulla carta, infatti, non cerano e non ci sono dubbi, che si tratti di una squadra in grado di giocarsela fino alla fine con chiunque e senza nemmeno faticare troppo. Con uno dei migliori playmaker degli ultimi 20 anni come Nash in cabina di regia, Kobe Bryant (per il quale non servono presentazioni), quello che probabilmente è il miglior difensore della lega Metta World Peace, e due lunghi che nessun altra squadra NBA può vantare come Gasol (Pau) e Dwight Superman Howard, arrivato per fare dimenticare i fasti di Shaq, i Lakers avrebbero dovuto trovarsi a lottare con Spurs e Thunder per la prima piazza ad Ovest, e non faticare per avere la meglio sui Bobcats e/o sugli Hornets, con tutto il rispetto parlando.
Come si sa però le partite non si vincono sulla carta ma sul parquet, e qui, purtroppo per i Lakers, la situazione è tutt altro che positiva.
I motivi di quella, che, ad oggi, possiamo tranquillamente raccontare come una stagione fallimentare, sono molteplici. In primo luogo il feeling mai nato tra Bryant e Mike Brown, scelto contro la volontà del 24, dalla società per sostituire Phil Jackson, ma mai davvero in grado di entrare nella testa del Mamba, cosa che invece riusciva fin troppo bene al Maestro Zen.
Altro errore, probabilmente, la scelta di sostituirlo con Mike DAntoni, fautore del sistema del seven second or less, e amante del gioco piccolo spesso anche senza il ricorso ad un vero e proprio centro di ruolo, trovatosi a fare i conti con due spilungoni non certo rapidi e in grado di giocare la sua pallacanestro di transizione, come Gasol ed Howard.
Anche letà media di una squadra costruita per vincere subito, non gioca a favore dei Lakers, Nash (39), Bryant (34), World Peace (33), Gasol (32), e lusura dovuta allenorme chilometraggio, ha causato una lunga serie di infortuni che hanno tenuto fuori dal parquet prima Nash, poi Howard, lontano parente della straripante forza della natura di Orlando, bloccato da un insistente e fastidioso mal di schiena, ed ora Gasol. A tenere in piedi la famosa Baracca, come al solito, ci ha pensato il sempre verde Bryant, che prima del fisiologico calo dellultimo periodo viaggiava con medie irreali e percentuali al tiro tra le più alte in carriera. Il rientro di Nash e la sua maggiore intesa con Gasol, una più accurata scelta di tiro da parte di Bryant, le buone prestazioni di giocatori di secondo piano come Meeks, Jamison e Clark, un feeling forse crescente tra DAntoni e lesigente pubblico dello Staples, la voglia di vincere smisurata di Bryant e la scomparsa dello storico proprietario Jerry Buss, il nome del quale i Lakers vogliono onorare con almeno la partecipazione ai Playoffs, lo spauracchio di un nuovo fallimento in stile 2004, quando Payton, Bryant, George, Malone e Oneal, subirono il clamoroso upset nelle Finals NBA contro i Pistons, stanno fornendo motivazioni aggiuntive e ulteriore benzina in un motore forse ancora in grado di salire di giri per completare la dura scalata all ottavo posto utile.
Se il buon momento dei Lacustri dovesse proseguire, lobiettivo qualificazione ad ovest, non apparirebbe più così remoto e lontano come un paio di mesi fa. Al primo turno in ciascuna di queste ipotesi i Lakers potrebbero affrontare gli Spurs, attualmente primi ad ovest, i Thunder, vicecampioni in carica, o, anche se ciò appare più complicato, i cugini poveri dei Clippers, con i quali i Lakers sono sotto 0-3 in stagione regolare. Si tratta apparentemente di imprese impossibili, ma, osservando la stagione dei Lakers, neanche questa volta oserei alzare anzitempo la mano dandoli per spacciati.
You may like
Dal Newton Heath al Manchester Utd: quando i Red Devils non erano diavoli e neppure rossi
Quella volta che… Sylvester Stallone parò un rigore alla Germania
FOTO – Il Bayern vince ancora, ma a festeggiare non c’è proprio nessuno…
VIDEO – Ricordate Diego Forlan? Gioca e segna ancora, ma nella Serie B giapponese!
18 gennaio 1953, quella volta che Amadei al 90′ fece esplodere il Vomero e piangere la ‘Signora’
Storia dell’autogol: i pionieri, i più grandi “autogoleador”