Pallonate
Pele’, nostalgia di Maradona: “Ci prendevamo in giro su chi fosse il migliore”
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4 anni agoon
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Redazione“Mio papa’ era un centravanti e giocava bene, specialmente di testa segnava tanto, e il mio desiderio era diventare bravo come lui, essere uguale a lui. Non credevo che sarebbe mai successo, ma Dio mi ha aiutato e io devo ringraziarlo, come devo ringraziare tutti voi che mi avete seguito”. Cosi’ Pele’, ospite a Che Tempo che fa, in collegamento da Santos, racconta dei suoi inizi da calciatore, prima di diventare il n.1 al mondo. Il fuoriclasse chiede di non essere chiamato “signor Pele’”. “Io sono Pele’, e basta. Altrimenti mi sento troppo vecchio”, dice, sottolineando pero’ che lui voleva essere chiamato col suo nome, Edson.
“A me non piaceva quel soprannome – spiega – perche’ volevo essere chiamato come quel grande uomo che era Thomas Alva Edison”. Il soprannome rimase, e il giovanissimo Pele’, nato nell’ottobre 1940, fu chiamato in Nazionale per i Mondiali di Svezia: “Io non pensavo di fare il Mondiale e tanti credevano che fossi troppo giovane, specie quando siamo arrivati in finale – ricorda -. Ma Dio e’ stato buono con me e mi ha dato la forza di un adulto, perche’ davvero ero solo un ragazzino”. “Pensate – continua – che quando arrivai li’ e non vidi per strada nessuna persona di colore mi stupii, chiedendo ai miei compagni ‘ma che Paese e’ questo? Poi ho viaggiato per tutto il mondo, e ho imparato che siamo tutti uguali. Nessuno e’ migliore”.
“Io ho seguito sempre i consigli di mio padre – dice ancora Pele’ – e il piu’ importante era che non dovevo piu’ sentirmi piu’ importante degli altri perche’ avevo avuto un dono da Dio e dovevo dare sempre il massimo. Tanti mi ringraziano, ma io so che sono io che devo ringraziare Dio, e tutti voi”. Nell’intervista, Pele’ ricorda con commozione Maradona e Paolo Rossi, campioni scomparsi l’anno scorso, e a proposito dell’argentino, il fuoriclasse brasiliano sottolinea come ad ogni incontro scherzavano “sul fatto di chi fosse il migliore. Io sostenevo di esserlo, spiegandogli che sapevo fare gol di destro, di sinistro e di testa, e lui no”. Tra i quasi milletrecento gol segnati in carriera, Pele’ dice di ricordarne moltissimi, “ho una grande memoria”, ma di pensare soprattutto a quelli realizzati in occasione dei tre mondiali vinti con il Brasile.
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