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Editoriale Palermo: un esonero poco…irrazionale
Published
12 anni agoon
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RedazioneLennesimo ribaltone in casa Palermo, non lascia stupiti più di tanto. Zamparini è questo ed è universalmente conosciuto come tale. Tuttavia, come sempre, alla base delle sue decisioni esistono delle motivazioni che di irrazionale hanno poco o nulla. Piacciano o no. Si possano condividere o no, è così.
Lesonero di Malesani, fatte salve le implicazioni di carattere umano e professionale, hanno una loro logica. Il tecnico era stato chiamato a dare una sterzata forte in tempi brevissimi, visto che proprio di tempo non ce nera (quasi) più. Il che non è avvenuto. Tre partite senza sconfitte sembrerebbero un bilancio positivo: invece condannano Malesani. Perché? Perché gli avversari erano abbordabili e dovevano essere sconfitti. Se non ci si riesce con questi, con chi? E forse unimpresa pareggiare in casa con il disastrato Pescara, farsi raggiungere a Verona col Chievo dopo essere passati in vantaggio fortunosamente e impattare col Genoa, recriminando sullunica occasione creata, a fronte di molte altre subite e di un risultato che legittimamente penalizza i molto più pericolosi liguri?
Col Grifone, il trainer veneto ha raggiunto lapoteosi. Ancora una volta sconcertanti le scelte iniziali e quelle in corso dopera. Come è successo ad ogni incontro, ha impiegato due terzi di partita per capire cosa bisognasse fare per cercare di migliorare la squadra (e dire che in panchina stavolta le alternative non mancavano). Tiene in panca ancora Boselli e schiera un attacco di zanzare. Lo mette dentro quasi alla fine e toglie Fabbrini, assai vivace, invece di uno dei ben tre centrocampisti di copertura. Fa scaldare Dossena e non lo getta nella mischia. E potremmo continuare. Durante la partita deambula indolente lungo la linea laterale, non sbraita, non incita i giocatori, non morde lerba, appare amorfo, vuoto. Nelle interviste postpartita vagheggia di rimonta che passa da Miccoli e Ilicic e che, quando i due miglioreranno la loro condizione, si potrà cominciare pian piano la risalita. Cominciare pian piano? Con dodici partite alla fine e un divario da colmare immediatamente? Irritante.
Immaginiamo che queste considerazioni unite agli umori dello spogliatoio, ai quali è sempre molto sensibile- abbiano convinto Zamperini a cambiare. A rendersi conto daver toppato lennesima mossa della stagione. Ad aver puntato sul cavallo sbagliato. A quel punto che poteva fare? Rassegnarsi a scendere in B a piombo, malgrado ci fossero ancora esili speranze di raddrizzare la situazione? No. Ha tentato lestremo colpo di coda. Avrebbe potuto, ad esempio, tentare una soluzione interna con un tecnico delle minori. Gasperini però era ancora sotto contratto, quindi ha scelto lui. Magari risparmiando i famosi 300.000 euro di penale che in caso richiamo, decadendo tecnicamente a livello teorico lipotesi di esonero, potrebbe tentare di non pagargli. Sarebbe un bel risparmio, in periodi di crisi. Un piccolo motivo di soddisfazione in unannata amara che più amara non si può.
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