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Editoriale Palermo – Vittoria, questa sconosciuta…
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12 anni agoon
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RedazioneIn altre circostanze, il pareggio di Verona sarebbe stato accolto con favore. Il secondo risultato utile consecutivo in trasferta, per una squadra che ha sempre manifestato grosse difficoltà fuori dal Barbera avrebbe indicato un interessante inversione di rotta. Purtroppo per i rosanero, non è così. La classifica imponeva al Palermo di Malesani una vittoria e questa non è venuta: lultimo posto valido per salvarsi sè allontanato e quindi cè poco da stare allegri.
Comè accaduto tante volte in questo campionato bislacco, il Palermo è andato in vantaggio ed è stato raggiunto dalla solita colossale corbelleria di un proprio giocatore. Il redivivo Garcia, appena rientrato, ci ha subito ricordato di che pasta è fatto: saltata la marcatura, ha pensato bene di frapporre il braccio su un tiro apparso affatto pericoloso determinando il poco contestabile rigore. Complimenti.
E dire che fino ad allora il Palermo aveva manifestato al centro una personalità difensiva raramente sfoggiata. Rispolverata la retroguardia a quattro, con un Muñoz sicuro e un Aronica più a suo agio, ha rintuzzato le poche azioni dei clivensi e Sorrentino durante tutta la partita non ha dovuto compiere una sola parata di rilievo.
Tra le note liete, il gol di Formica, abile a sfruttare una disattenzione degli avversari, è vero, ma solo grazie alla lodevole prontezza nellinsaccare ed alla caparbietà nel credere nellerrore altrui. E la terza rete consecutiva siglata da nuovi arrivati. Dopo Nelson e Fabbrini è toccata allargentino. Manca allappello solo Boselli.
E a questo punto è doveroso un commento su Malesani. Non si è capita molto la sostituzione di Formica, utile nel ripiegare e nel tenere lontano i clivensi dallarea, con von Bergen, in un conato di ritorno allantico che poteva precludere ad esiti infausti e che comunque ha regalato metri agli attaccanti di casa. Anche lingresso di Miccoli a gara quasi conclusa sa di minestra riscaldata ed ha riproposto una delle peggiori abitudini di Gasperini. Il Romario del Salento era debilitato e non in grado di giocare? Giusto, allora era meglio preservarlo.
E se proprio lo si voleva sfruttare negli ultimi minuti, più logico sarebbe apparso tenere dentro Boselli, preziosismo prima per il lavoro di sponda, a trattenere palla, a far scorrere minuti preziosi facendosi fischiare falli a favore, come recita il manuale perfetto della squadra che vuole conservare il vantaggio ad ogni costo, e poi per la forza durto e lo stacco aereo. Aveva fatto reparto da solo, guadagnato punizioni (che proprio Miccoli avrebbe potuto sfruttare!) e rinunciarci è apparso un azzardo. Un lusso per chi ha bisogno di vincere, arte che in casa rosanero è ormai più che un obiettivo, una chimera.
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