Pagelle Juventus
Editoriale Liberiamo il calcio dalla schiavitù: via Blatter e Platini
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12 anni agoon
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Redazionell commento a proposito dello scandalo scommesse che ha investito (e sta ancora investendo) il calcio europeo firmato Sepp Blatter mi ha fatto rabbrividire, non tanto per una parola nello specifico quanto per lintero messaggio che la dichiarazione del presidente del massimo organo calcistico mondiale ha fatto passare.
Il calcio è un gioco e come ogni gioco soffre della presenza di imbroglioni.
Unanalisi arrendevole, vagamente dispiaciuta e apparentemente banale non fosse che fin dallincipit questa frase risuona come una sentenza di morte per il calcio stesso. Il fatto di considerarlo un gioco e non uno sport presuppone infatti che le leggi di lealtà e correttezza il famoso Fair Play non si applichino a questo mondo, soggetto invece a tutte le variabili che di solito appestano il gioco (dazzardo) in generale. Al gioco si tende ad utilizzare ogni mezzo per vincere, si mettono in piedi i peggiori stratagemmi pur di avere la meglio sullavversario e non ci si fa scrupoli nel prendere scorciatoie non del tutto limpide pur di tagliare il traguardo per primo.
Considerarlo un gioco, quindi, apre le porte ad una serie di bassezze che in qualsiasi altro sport non solo non sarebbero tollerate, ma nemmeno immaginate. Proprio questo approccio credo sia alla base del declino di quello che per decenni è stato lo sport più popolare del mondo, oggi invece abbandonato da un sempre maggiore numero di persone deluse dalla crescita esponenziale di scandali e truffe legate al mondo del calcio. Latteggiamento della FIFA, che appare fredda e sempre meno legata alle vicende puramente calcistiche, non ha certo aiutato a contenere questo inesorabile allontanamento delle masse da quello che è stato un traino sociale a qualsiasi latitudine.
Questo atteggiamento, daltro canto, ha aiutato la FIFA a diventare unautentica macchina da soldi in grado di generare profitti astronomici grazie a sponsorizzazioni, finanziamenti e accordi commerciali degni della migliore multinazionale del mondo. Il padre padrone del calcio mondiale ha quindi saputo guadagnarsi il rispetto e la riconoscenza a colpi di milioni, spostando tuttavia il mondo del calcio sempre più lontano dal campo e sempre più vicino alla politica. Alcune delle scelte operate da Blatter non hanno infatti mancato di sollevare polemiche non ultima lassegnazione del Mondiale 2022 al Qatar ma ogni volta lo svizzero ha avuto un appoggio senza eguali, a prescindere dalla gravità delle accuse mosse a suo carico o dellampiezza delle polemiche generate. Lenorme profitto economico generato dalla sapienza di Sepp Blatter ha permesso che ogni inchiesta timidamente abbozzata a proposito di tangenti o assegnazioni dubbie fosse rapidamente e unanimamente archiviata come montatura o diffamazione.
In ambito europeo pur ancora lontano dagli standard altissimi imposti da Blatter Michel Platini sta cercando di portare lUEFA sulla stessa strada della sorella maggiore, anche a discapito dellambito calcistico, come dimostra perfettamente il progetto dellEuropeo itinerante voluto fortemente dal tre volte Pallone dOro di Saint-Etienne e Juventus: per quanto lidea di stravolgere totalmente la struttura decennale del campionato europeo si sia dimostrata stuzzicante per molti addetti ai lavori, linnovazione imposta da Platini avrà come (unico) risultato una crescita vertiginosa delle entrate pubblicitarie, dal momento che più paesi e più sponsor locali saranno intenzionati a sfruttare la vetrina di un Europeo, mentre con ogni probabilità crolleranno i guadagni che di solito premiavano le città scelte per ospitare le partite del torneo, dal momento che gli spettatori non si fermeranno più giorni nello stesso Paese o città ma si sposteranno seguendo la propria Nazionale (finanze permettendo). Qui arriva quindi la nota dolente, che colpirà esclusivamente lo spettatore pagante costretto a doversi spostare da un Paese allaltro per poter seguire il cammino dei propri beniamini e costretto quindi (dove possibile) a pagare prezzi esorbitanti per un biglietto aereo a compagnie aeree che già si stanno sfregando le mani.
Ci guadagnano tutti, esclusi solo quegli insignificanti, ostinati folli che noi chiamiamo tifosi.
Sarebbe il momento di avere al vertice del calcio mondiale qualcuno ancora abbastanza sano di mente da impedire che una rassegna come il Mondiale si giochi in un Paese senza alcuna tradizione calcistica (anche se questo è il meno), dove destate il termometro si aggira pericolosamente intorno ai 50 gradi e dove gli stadi secondo unaccusa mossa dal rispettabile France Football sono in corso di costruzione sfruttando manodopera in condizioni molto vicine allo schiavismo più feroce. Sarebbe il momento di strappare il calcio dalle mani di chi ne fa una fonte di puro guadagno e rende lappassionato sempre meno sostenitore e sempre più spettatore; da quelle mani che stanno trasformando il calcio in un affare per ricchi, cancellando lo storica trasversalità sociale di uno sport che ha messo luno al fianco rappresentanti di qualsiasi classe sociale, razza o religione e soprattutto riportarlo in mezzo alla gente comune.
Questo calcio come dimostrerà lEuropeo itinerante si sta velocemente trasformando in uno spettacolo che gira il mondo replica dopo replica, anziché restare il catalizzatore sociale che è sempre stato. Temo però che a differenza di uno spettacolo di Broadway che fa il pienone teatro dopo teatro lo spettacolo del calcio possa assomigliare di più ad un triste circo senza attrazioni mozzafiato ma popolato solo da clown tristi.
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