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Editoriale Palermo: Il fuori tutto di Zamparini, via Lo Monaco e Gasperini
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12 anni agoon
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Redazione© foto di Agenzia Liverani
Non cera altro da fare. Lavventura di Gasperini al Palermo era giunta al capolinea e bisogna dire che lallenatore ha fatto di tutto per determinare una decisione che, dispiace dirlo, era nellordine delle cose. Il pastrocchio combinato nella gara con lAtalanta, prima ancora della sconfitta pur esiziale, non lasciava più dubbi sullo stato di totale confusione del tecnico piemontese.
Già negli editoriali di fine mercato e di presentazione alla partita avevamo avanzato delle perplessità che, ahinoi, si sono puntualmente tradotte in realtà. Linsistenza a schierare una difesa impresentabile, lostinazione (che critichiamo invano da mesi) a puntare su Garcia e Donati malgrado levidenza dei pessimi risultati, linvito a nozze per centravanti come Denis a perforarla (anche questo segnalato), la sostituzione di Dossena nel momento di massimo sforzo, limmissione di ben 6-7 nuovi elementi da pochi giorni in città e provenienti alcuni dallestero, i cambi come sempre sballati e controproducenti, sommati ai precedenti peccati delle reiterate esclusioni di Miccoli e della frettolosa cessione di Brienza (ma anche di Giorgi, ad esempio, apparso domenica in gran spolvero tra i bergamaschi) e dellintera batteria dei difensori centrali senza rimpiazzarli numericamente e tante tante altre corbellerie assortite, non lasciavano scampo e, bisogna dirlo, chiamavano in certi casi per correità, lo stesso Lo Monaco.
Zamparini in più occasioni aveva già contattato altri tecnici e se non aveva provveduto prima a sollevar Gasperini dallincarico è stato soltanto per aver incassato rifiuti in serie (chi prenderebbe in mano la patata bollente di una squadra allo sbando e soprattutto di un ambiente collassato?). Adesso che sè toccato il fondo e non solo in classifica, è uscito allo scoperto. Innescando una serie di reazioni che spiegano a sufficienza come mai, anziché procedere immediatamente allesonero si è aspettato fino al pomeriggio di lunedì in un balletto di intrecci, di veti incrociati, di assensi e dinieghi che ha avuto come risultato lennesimo azzeramento di tutti i quadri tecnico-direttivi della società.
Fare chiarezza è difficile. Proviamoci, perchè quello che è successo stavolta è la sublimazione dello spirito zampariniano, la beatificazione profana di quello che il presidente è in grado di fare. Nessuno più di lui. Rispetto al passato cerano due situazioni nuove. Primo, Gasperini era tutelato da una clausola contrattuale che prevedeva una pesante penale in caso di esonero (elemento non trascurabile, in tempi di vacche magre). Secondo, Lo Monaco era entrato in società non come dipendente bensì col ruolo di comproprietario ottenendo una quota di minoranza (che, peraltro, a quanto pare non ha ancora ricevuto!). Quindi stavolta, il patron sera autolimitato nella sua capacità di fare e disfare. In teoria, perché allatto pratico, tutto è rimasto lettera morta e, come sempre, Zamparini ha rivendicato a sé il diritto di ultima parola.
La pantomima, prima di giungere allepilogo, ha quindi dovuto tener conto di tre soggetti in ballo. Tutti peraltro di carattere spigoloso. Zamparini voleva sostituire Gasperini con un tecnico deciso da lui. Lo Monaco era daccordo sulla sostituzione di Gasperini, ma sosteneva la candidatura di Marino, con cui aveva lavorato a Catania assumendosi quindi lintera responsbilità di salvare o far naufragare il Palermo, dando continuità ad un mercato di riparazione non esente da critiche ma condotto secondo i suoi criteri. Di fronte al rifiuto del patron, sè irrigidito, minacciando di andarsene per la terza volta in stagione, sempre per gli stessi motivi, dopo Catania e Genova. Zamperini non avrebbe voluto rinunciare a Lo Monaco, ma indisponibile a farsi condizionare, ha quindi contattato Perinetti, ricevendone la disponibilità a tornare a dirigere una rosa che non ha nulla di suo. Gasperini si sarebbe salvato quindi, sia pure a termine, solo per un dispetto allamministratore delegato: si può immaginare con quale spirito e con quale autorevolezza.
Roba da teatro dellassurdo. Ci mancava solo il re-insediamento di Sannino e il quadro sarebbe stato completo. Alla fine lepilogo tragicomico e tuttavia più logico: via Gasperini e Lo Monaco e dentro, con ogni probabilità, Malesani e Perinetti. Fuori tutto, mister Zampa: come in una svendita dei suoi centri commerciali. Venghino, signori, venghino
altro giro altra corsa.
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