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Editoriale Palermo – Ancora un goal in zona…Gasperini
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12 anni agoon
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RedazioneChiariamolo subito, a scanso di equivoci: il pareggio esterno a Cagliari è un ottimo risultato. Se il Palermo avesse perso, addio serie A con unavversaria diretta a 7 punti e in vantaggio pure nelleventuale classifica avulsa! Questa è la premessa. Tuttavia, i motivi per rammaricarsi ci sono ed anche molti. Vero è che i sardi hanno meritato e senza un Sorrentino in gran forma probabilmente avrebbero incamerato lintera posta. Ma è altrettanto vero che loccasione di realizzare lagognato break in grado di spaccare in due il campionato, permettendo un rilancio alla vigilia di un doppio incontro casalingo, era ghiotta. Di quelle che è delittuoso trascurare. Per un Palermo con lacqua alla gola sarebbe stato ossigeno puro tornarsene coi tre punti.
Non è andata così. Perché? Perché il Palermo è una squadra di polli, pure sfortunata, fragile psicologicamente e con una condizione atletica sottozero. Ogni turno lo conferma sempre più. Per lottava-nona volta i rosanero hanno subito gol negli ultimissimi minuti della gara (persino allandata coi rossoblù era finita alla stessa maniera), in quella che i tifosi con sarcasmo ormai chiamano per assonanza zona Gasperini (ossia una zona Cesarini allincontrario). Con tanti punti persi, i siciliani sarebbero in ben altra posizione. E invece, non appena vedono il traguardo si sfaldano.
Il trainer fa quel che può con un organico a disposizione di livello non eccelso e, in atto, persino in corso dopera. Deficitario in ogni zona del campo: gli acquisti di Sorrentino e Dossena, azzeccati, non bastano. La mancanza di un centravanti di peso, per esempio, si sente non soltanto, comè ovvio, in fase offensiva, ma anche in quella difensiva, dove nel gioco aereo si è sempre in affanno (è arrivato Boselli, forse arriverà Bianchi in extremis). Nessuno si sogna di chiedere la luna al tecnico piemontese, ma le scelte nella gestione degli incontri e delle sostituzioni (fin qui sempre ininfluenti, spesso peggiorative) e soprattutto la pertinacia nel ripetere certi errori fanno perdere la pazienza ai tifosi (nonché al Presidente, sembrerebbe, da certe dichiarazioni con le quali lo ha richiamato in pubblico e questo è grave a limitare le proteste contro la classe arbitrale: che siano un ulteriore segnale di scollamento?). Le perplessità sono legittime. Diverse le abbiamo già sottolineate in passato ed è inutile ripetersi.
Lallenatore non è in un momento particolarmente sereno neppure a livello personale (è stato colpito da lutti familiari nel giro di poche settimane) e il suo nervosismo è evidente. La maniera in cui è esploso al pareggio sardo, costatagli la squalifica di un turno, e le esternazioni successive la dicono lunga sul suo attuale stato psicologico. Che finisce col trasmettersi allintero ambiente, già di suo affatto tetragono (vedi Miccoli che si fa espellere stoltamente e salterà i due incontri decisivi).
Ci vorrebbe più grinta e meno isterismo. Labc del calcio recita che una squadra che è in vantaggio se non vuole o non può offendere, deve almeno spezzare il ritmo altrui. Non vogliamo gloriare indegne manfrine, pure utili, come ricorrere al fallo tattico, spezzettare il gioco, lanciare la palla in tribuna e altri mezzucci del genere, non arriviamo a questo. E chiaro però che se ergi le barricate, non puoi tirar fuori i due giocatori (Brienza ed Ilicic) che possono ribaltare lazione o far scorrere i minuti trattenendo la palla magari vicino al corner o guadagnando punizioni. Non puoi marcare a zona perdendoti regolarmente gli avversari in area. Se hai uno esperto e smaliziato come Donati e non lo piazzi a centrocampo a consigliare, sia pure da fermo, i compagni, che lo convochi a fare? Perché insisti con lo spaesato Anselmo, sempre presente, e trascuri giovani in salute come il rapido Malele o il tonico Sanseverino? Se non porti neanche un difensore di rincalzo, che ti lamenti se avendone tre ammoniti fin da subito, non puoi sostituirli? Comunque sia, andiamo avanti. Tra due settimane il destino del Palermo sarà scritto.
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