Amarcord
Marchisio: “Sono un principe, ma il Napoli non lo sopporto”
Published
12 anni agoon
By
RedazioneE’ destinato a diventare uno dei senatori della Juventus nono stante la giovane età, 26 anni. E’ soprannominato “principino” o “piccolo Lord”. Stiamo parlando ovviamente di Claudio Marchisio, campione d’Italia con la Juventus e uno dei migliori giocatori della squadra di Conte. Il numero 8 bianconero si è raccontato in esclusiva per il settimanale Style del Corriere della Sera. “«Piccolo Lord» lha inventato Federico Balzaretti, mio compagno in Nazionale, ai tempi della Juve di Fabio Capello. «Principino», un po per i vestiti, un po per il comportamento in campo, è una creazione del giornalista Paolo Ziliani. Nomignolo che comincia a preoccuparmi…. Perché se sul campo sei visto come un principino qualcosa non va, magari sei troppo lezioso… Sono 50 per cento fabbro, 50 per cento principe. A centrocampo si fa anche il lavoro sporco, si mostrano i denti: non sono un raffinato trequartista”. Marchisio cerca “di vestire con raffinatezza. A prescindere che sia in jeans e pullover piuttosto che in giacca. Mia moglie Roberta dice che vesto come uno molto più avanti detà. Già mi vede a 35 anni davanti al caminetto con la pipa”.
Marchisio cerca di essere un campione anche fuori dal campo e sa di essere un modello per molti giovani che lo seguono: “Mi considero fra i pochi privilegiati, essendo in una società al top e giocando in Nazionale. Di tanti ragazzi con cui ho cominciato, pochi ce lhanno fatta. E dalla Serie B in giù non è certo che corrano stipendi milionari”. Una delle particolarità del centrocampista è che non ha un procuratore: “In un calcio così articolato, pieno dinteressi e aspetti collaterali, i procuratori servono. Ho fatto questa scelta perché alla Juve mi sento come a casa e non manca chi mi consiglia. Ho più responsabilità ma aiuta a maturare”.
Marchisio non è ancora riuscito a smaltire la delusione per la finale persa agli Europei: “Dopo la finale agli Europei persa 4-0 con la Spagna ci sentivamo cani bastonati. Nessuno parlava, nessuno ha dormito. Delusione difficile da smaltire. Ero mortificato per come non fossimo riusciti a entrare in partita. Ci stava perdere, ma non in quel modo. Tuttavia, c’è una squadra che lo juventino proprio non sopporta: “Una squadra, soprattutto dopo le finali ruvide di Coppa Italia e Supercoppa: il Napoli. Quando me li trovo di fronte scatta qualcosa”.