Pagelle Juventus
Editoriale – Il razzismo e quelle istituzioni abituate a lavarsene le mani
Published
12 anni agoon
By
RedazioneIeri è intervenuto il presidente della Figc, Giancarlo Abete, sulla questione del razzismo, dando piena solidarietà a Boateng per l’episodio di Busto Arsizio, invitando a ripetere il gesto (lasciare il campo) qualora si verificassero altri episodi di razzismo dagli spalti.
Un osservatore poco attento dei fatti potrebbe dire: “Bene, la reazione delle istituzioni c’è stata”. In realtà, no. Perchè proseguendo Abete ha auspicato “una profonda riflessione generale” sulla violenza e sui cori razzisti che si verificano sugli spalti. Ma non si vede nemmeno l’ombra di provvedimenti in linea pratica o di pressioni forti della Figc presso istituzioni politiche più importanti.
Come per altri problemi, vedi la legge sugli stadi o norme che vadano a tutelare il prodotto del calcio italiano nel mondo, la Federazione Italiana Giuoco Calcio e le altre istituzioni non assumono mai provvedimenti, restano sempre immobili, uguali a se stesse, non adottando mai dei piani strutturali per migliorare le cose.
E’ questo ciò che accade anche per il tema del razzismo. Qualcuno potrà dire che la Figc non ha poteri illimitati, ma sforzi per mobilitare i livelli alti della nostra politica per far sì che il nostro calcio raggiunga livelli competitivi sugli standard inglese, spagnolo e tedesco, non se ne vedono. Bisogna ricordare che il calcio in Italia è la quinta industria del Paese e potrebbe essere uno dei traini per venire fuori dal crisi economica di questi ultimi anni.
Tuttavia, le parole di Abete, così come di altri dirigenti dello sport italiano, sono sempre “auspichiamo”, “avviamo una forte riflessione comune”, “invitiamo a meditare…”. Non è questo un modo per lavarsene le mani e restare ancorati alla propria poltrona?
You may like
Dal Newton Heath al Manchester Utd: quando i Red Devils non erano diavoli e neppure rossi
Quella volta che… Sylvester Stallone parò un rigore alla Germania
FOTO – Il Bayern vince ancora, ma a festeggiare non c’è proprio nessuno…
VIDEO – Ricordate Diego Forlan? Gioca e segna ancora, ma nella Serie B giapponese!
18 gennaio 1953, quella volta che Amadei al 90′ fece esplodere il Vomero e piangere la ‘Signora’
Storia dell’autogol: i pionieri, i più grandi “autogoleador”