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ESCLUSIVA – Oddo: “Nazionale, complimenti a Prandelli! Anno duro per il Milan”
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12 anni agoon
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Redazione© foto di Agenzia Liverani
Campione del Mondo nel 2006 in Germania, tanti trofei conquistati con la maglia del Milan, a lungo capitano della Lazio e pure una prolifica esperienza al Bayern Monaco. Massimo Oddo non si è fatto mancare proprio nulla durante la sua lunga carriera ricca di successi e soddisfazioni. Ora, appese le scarpette al chiodo, ha preso il patentino da Ds e sta studiando per continuare a stare in campo, ma da allenatore.
Magari un giorno capiterà di vederlo sulla panchina della Lazio, squadra che lo ha visto protagonista di annate fantastiche e che ora, dopo qualche stagione transitoria, sta risalendo sempre di più verso le posizioni che le competono.
Massimo, come vedi i biancocelesti quest’anno?
Stanno disputando un ottimo campionato, e mi sembra, ed è importante, che ci sia continuità rispetto alla scorsa stagione. Hanno giocatori di assoluto spessore e cercano di far vedere un gioco propositivo, votato all’attacco, non banale. Merito anche di Petkovic, che si sta meritando i complimenti direttamente sul campo. Credo che sia la guida giusta per la Lazio.
E’ una possibile outsider nella lotta Scudetto?
Sì, ma la Juventus parte ancora in vantaggio rispetto alle altre; ha una panchina lunga, un gruppo rodato, ha fatto un mercato oculato. Sono ancora i bianconeri i favoriti. Sta alle inseguitrici, Napoli, Lazio, Inter, Fiorentina, Roma e Milan, cercare di mantenere alta la tensione per non far scappare la squadra di Conte e tenere vivo il campionato fino alla fine.
Già, il Milan. Tu hai vestito i colori rossoneri per 4 anni. Si parlava di Scudetto e Champions. Ora, invece, le difficoltà sembrano aver contaminato l’ambiente. Cosa pensi possa aver influito sull’inizio di stagione disastroso?
Sicuramente gli addii di personalità importanti come Nesta, Gattuso, Seedorf ed Inzaghi sono stati pesanti. Oltre ad essere grandi giocatori, sono anche preziosi uomini spogliatoio, ed è difficile pensare di rimpiazzarli subito. La squadra ha pagato lo scotto iniziale. Ma le qualità tecniche ci sono, ed infatti il Milan si sta riprendendo, mettendo in vetrina anche giovani più che interessanti.
Su El Shaarawy si è già detto tanto, quindi la nostra attenzione si sposta su Mattia De Sciglio. E’ un tuo degno erede sulla fascia che per tanto tempo ti ha visto protagonista?
Si sta esprimendo ad ottimi livelli. Non può più essere considerato il cambio di Abate, sta giocando sempre e pure molto bene. Ha personalità. Se si allena con la prima squadra da ormai un paio di anni vuol dire che ha le qualità per diventare un grande giocatore. E’ bello vedere giovani del vivaio trovare spazio in prima squadra.
Come ti spieghi il calo di Boateng?
Lui è un giocatore bravo a creare spazio ma anche a tuffarcisi dentro appena ne sente l’odore. Credo che abbia risentito molto dell’addio di Ibra, uno che sa come farti strada calamitando su di sè le attenzioni delle difese avversarie. Certo, anche fisicamente ha avuto un lieve cedimento, ma ora è in netta crescita e resta un giocatore fondamentale per il Milan.
Anche in chiave Champions League?
Il Milan lo vedo un po’ più attardato rispetto alle altre big d’Europa. Tutti sanno quali sono le corazzate del momento, e purtroppo i rossoneri sono un gradino sotto. Con qualche innesto nei reparti più carenti però… Vedo invece molto bene la Juventus, che ha raccolto risultati importanti in un girone difficilissimo ed è all’altezza del compito che dovrà affrontare da febbraio.
Esame da Ds, forse il più difficile in assoluto: lo prenderesti Balotelli al Milan se dipendesse da te?
Sì, è un grandissimo giocatore, ma non ancora un campione. Ha tutte le caratteristiche per diventarlo, ma i veri campioni sono anche trascinatori e lui ancora non lo è. Tutti ci auguriamo che possa presto vestire i panni del leader, anche in Nazionale.
Che su Balotelli punta molto.
E fa bene. Ha pochi rivali in quanto a tecnica. Deve solo cambiare un po’ la sua mentalità per diventare un esempio da seguire.
Comunque all’Italia non mancano di certo i leader. Cesare Prandelli ha ottenuto grandi risultati alla guida del gruppo azzurro. A chi vanno i meriti?
Prima di tutto al Mister. Ha fatto cose che molti non si sarebbero mai immaginati. Ha dato il via ad un cambio generazionale doveroso, puntando su tanti giovani che ora si stanno esprimendo ad alto livello e sui grandi veterani. Chi pensava che l’Italia potesse arrivare in finale all’Europeo? Prandelli sta portando avanti le sue idee e i fatti gli danno ragione. C’è solo un’ unica pecca…
Quale?
Ovviamente la colpa non è di Mister Prandelli, ma se dal centrocampo in su e in porta siamo a posto per il futuro (Verratti, Destro, El Shaarawy, Insigne, Leali, ndr), in difesa manca ancora qualcosa. Non vedo i grandissimi centrali di una volta. Speriamo che chi sta giocando adesso esploda definitivamente, il materiale su cui lavorare non manca.
E quando pensi che potremo tornare a stare svegli tutta la notte ad esultare per un Mondiale conquistato?
Quelli sono momenti indimenticabili che purtroppo non si possono programmare. Anche noi nel 2006 in Germania non partivamo sicuramente da favoriti. Ma vuoi il gruppo, vuoi le indiscusse doti tecniche, vuoi il carattere che tutti hanno messo in campo e fuori, alla fine, con una miscela ben assortita, siamo riusciti a vincere. Cose che capitano (ride, ndr). Ora come ora c’è, come ho detto prima, un buon ricambio generazionale, ma all’estero si lavora meglio sotto questo punto di vista, e dovremmo iniziare a prendere qualche spunto.
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