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Editoriale Palermo – Un caso mister… Rios!
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12 anni agoon
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RedazioneNel 2010 arrivava terzo con lUruguay al Mondiale. Nel 2011 trionfava in Coppa America, in barba a Brasile ed Argentina, ed era candidato al titolo di miglior giocatore sudamericano (si classificò quarto). Lanno dopo figurava nella lista del Pallone dOro messicano e capitanava la sua Nazionale alle Olimpiadi. Già da allora Maurizio Zamparini sera (calcisticamente parlando) invaghito di lui. Come prima gli era successo con Zauli, Corini, Liverani e Miccoli. Fece di tutto, il presidente, per ingaggiarlo, lo aspettò un paio di sessioni di mercato ed infine, questa estate, è riuscito a tesserarlo in rosanero.
Arevalo Egidio Rios era impegnato a Londra, come Cavani e Hernandez, e saltò il ritiro. Tornò in ritardo di condizione, forse troppo stanco. Era in gruppo, ma non giocava. A quanti, stupiti glielo chiedevano, Perinetti, allora dirigente rosanero, replicava, più o meno: Ma lavete visto quanto è grasso? Non è ancora pronto.
Ebbene. Già è curioso che il diesse di una società che ha fatto limpossibile per tesserare un giocatore, se ne esca con questa battuta. Come se a scegliere Arevalo fossero stati i tifosi e non i tecnici. Come se la grassezza dellex piccolo gigante fosse qualcosa di ineluttabile e definitivo. Come se non avesse appena concluso un torneo di prestigio, da capitano. Magari dalle parole di Perinetti filtrava una certa voglia di dissociarsi da un acquisto, forse, non condiviso in pieno. Lui preferiva Bradley, lo yankee ex Chievo, finito poi in giallorosso.
Non so se Gasperini si riferisse (anche) a Rios nella sua filippica post-romana contro alcuni giocatori rei di averlo tradito, non rispettando le consegne tattiche e caratteriali. Certo è che il rendimento delluruguagio non può essere considerato soddisfacente. Dello spirito pugnace e della foga belluina, capace di trascinare i compagni, finora non sè visto nulla.
Della capacità di influenzare, dirigere e plasmare il talento del connazionale Hernandez facendogli da chioccia sulla falsariga dellesperimento riuscitissimo di Giacomazzi con Cavani (ma il primo era in Italia da una vita e il secondo è un fuoriclasse autentico) tanto meno. Il sudamericano ha avuto lunico merito di segnare il primo gol rosa in campionato (al Cagliari). Per il resto, poco o nulla.
Ad onor del vero, gli va riconosciuto come attenuante il poco tempo per ambientarsi, ma a un globetrotter, trentenne, capitano indomito della nazionale terza ai mondiali e Campione dAmerica, si può anche chiedere di sbrigarsi. Perché il rischio oltre a finire in panca è quello di passare alla storia rosanero (rifuggendo dalla tentazione tuttavia di farne un comodo capro espiatorio di colpe altrui) come il secondo sciagurato Egidio a calcare il Barbera, dopo il Calloni centravanti di qualche decennio fa!
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