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Editoriale – Schwazer e il coraggio della verità
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12 anni agoon
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Redazione“Sono deluso che siete tutti qui: quando vinsi l’oro a Pechino eravate un quinto rispetto ad oggi. Questo la dice lunga sullo sport“. Questo lo sfogo di Alex Schwazer ai cronisti che attendevano la sua uscita all’ingresso della sede del Coni, dove ieri il campione olimpico 2008 ha desposto davanti alla procura antidoping. E’ sembrato un commento triste da parte di un ragazzo che sembra avercela con il mondo e che non perde occasione per scaricare colpe e rabbia su un ambiante, quello dello sport, che dice di averlo soffocato in questi ultimi anni. Eccessiva pressione ed aspettative elevate, sempre di vittoria o almeno di medaglia, così l’altoatesino ha giustificato il ricorso al doping.
E’ da questa estate però, da quel maledetto giorno in cui Alex scoppiò in lacrime in conferenza stampa, che l’impressione è quella di un ragazzo diverso da quello che avevamo conosciuto, timido e gentile. Scaricare la colpa sui media o sull’ambiente dell’atletica è una via di uscita troppo facile, una giustificazione che non si può accettare, tanto più quando a causa sua viene tirata in ballo e sospettata anche la sua compagna, Carolina Kostner.
Da appassionato mi sento di non pretendere niente da Schwazer, se non che dica la verità su quello che è successo. Se così sarà, tra qualche anno lo ricorderemo per questa brutta faccenda di doping forse prima che per la vittoria di Pechino, ma ricorderemo anche un uomo che ha conservato la sua dignità.
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