Amarcord
Il calcio italiano all’estero, dall’Indonesia alla Thailandia
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12 anni agoon
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RedazioneQuando si parla di calciatori italiani emigrati all’estero si pensa subito ai vari Del Piero, Verratti, Nesta, e via dicendo. I soliti noti insomma, le cui avventure in terra straniera incuriosiscono ed appassionano parecchio, come giusto che sia. E sì che oramai è considerata prassi lesportazione di calciatori nostri conterranei. Roba che un tempo destava meraviglia e stupore: quando Chinaglia se ne andò ai Cosmos di New York, quanto Bettegà emigrò ai Toronto Blizzards, quando Totò Schillaci scelse i giapponesi del Jubilo Iwata, si parlò sempre di decisioni estreme. Del resto, in quegli anni, erano gli stranieri – ed i migliori tra laltro – a volere venire in Italia, al contrario di quanto accade ai giorni nostri.
Tornando ai calciatori che ci rappresentano allestero, è bene sapere che ne esiste una folta schiera, costituita da ragazzi che giocano in campionati minori, senza godere di considerazione alcuna da parte di appassionati o addetti ai lavori. Bene, noi oggi abbiamo deciso di farvi conoscere i nomi di questi rappresentanti, pur nel loro piccolo, dellorgoglio italiano nel resto del mondo. E quando parliamo di resto del mondo non lo facciamo a caso, dal momento che il mosaico che è venuto fuori da questa sorta di ricerca, è particolare e variegato, andando a contemplare paesi che, probabilmente, mai avremmo associato al calcio. Ma andiamo a scoprirne qualcosa di più.
Tra i protagonisti della Liga, da molti considerato il più bel campionato in assoluto, troviamo Maurizio Lanzaro, trentenne difensore che, dopo una vita alla Reggina, da un paio di anni gioca tra le fila del Real Saragozza. Lanzaro in Spagna è reputato il classico giocatore esperto, di grande affidabilità, tanto da avere accumulato un buon numero di presenze nella compagine aragonese. In terra iberica vive anche Massimo Volta, ceduto in prestito dalla Sampdoria al Levante. Inoltre, nella serie cadetta, precisamente al Valladolid B, cerca gloria Andrea Mancini, figlio di Roberto, con un passato tra le giovanili di Inter prima e Manchester City poi.
L’Inghilterra è nazione piena di italiani, anche calciatori. Il Watford, in tal senso, può definirsi una sorta di nostra, piccola, colonia. Come molti sapranno, di recente, l’ex squadra di Elton John è passata di proprietà ai Pozzo che, come fatto con il Granada in Spagna, l’hanno trasformata in una vera e proprio succursale dellUdinese. Così, oltre all’allenatore Zola, scorrendo la rosa del Watford ci accorgiamo della presenza di Marco Cassetti (ex Roma), e di un paio di italo-argentini arrivati in prestito dalla società friulana, vale a dire Fernando Forestieri e Christian Battocchio. Discreta anche la presenza di italiani in una squadra della Football League One (simile alla Lega Pro), cioè lo Swindon Town allenato da Paolo Di Canio. Qui si disimpegnano egregiamente il difensore 30enne Alessandro Cibocchi (ex Portogruaro, Colligiana e Sassari Torres), e il 25enne attaccante Raffaele De Vita, già autore di 2 goal in 5 partite e con un passato da emigrante a Blackburn e Livingston. Nella stessa serie troviamo Alessio Bugno, difensore figlio dell’ex ciclista Gianni, che milita tra le fila del Carlisle United.
Sempre rimanendo in Gran Bretagna, troviamo tracce italiane anche in Scozia, grazie a Davide D’Angelo, difensore mancino ex Triestina tesserato per il Dundee Fc, ma soprattutto grazie a Manuel Pascali, ottimo difensore 30enne con un passato a Foligno e Pizzighettone, divenuto idolo al Kilmarnock, squadra della quale è anche capitano.
Non esulando dallambito europeo, foltissima è la presenza di italiani in quattro paesi non proprio delite dal punto di vista calcistico: Bulgaria, Malta, Lituania e Belgio.
Per quel che riguarda la Bulgaria, la rappresentanza italiana è ben nutrita. Ma non stranizzi ciò, il motivi è presto spiegato. Peppino Tirri, noto intermediario Fifa, è infatti presidente del Boter Vratsa, club che annovera tra le proprie fila ben 3 nostri conterranei: il difensore Giuseppe Pirra, il centrocampista Massimiliano Ammendola (ex promessa del vivaio del Napoli), e l’attaccante Roberto Floriano, un tempo all Alessandria.
Situazione analoga troviamo in Belgio, dove grazie alla presenza di alcuni compaesani nello staff tecnico e dirigenziale, sono ben 7 gli italiani ad aver trovato un ingaggio nel CS Visè, squadra della seconda divisione belga: tra di essi il portiere ’88 cresciuto nel Palermo, Giuseppe Ingrassia e l’attaccante ex Como, sempre del 1988, Matteo Prandelli.
In Lituania, l’allenatore dell’Fk Tauras è l’italiano Giovanni Scanu, che ha portato con se quattro connazionali: Cutolo, Marongiu, Demurtas e Cattide. Marongiu, in particolare, si è affermato diventando il leader del centrocampo della squadra.
A Malta invece sono ben 5 gli italiani a giocare nel massimo campionato: allo Sliema Wanderers, club di spicco, troviamo Alain Faccini (ex giovanili della Roma) e Paltemio Barbetti, mentre nel Quormi Malta possiamo vedere all’opera Manuel Femia, Vincenzo Pisani e Federico Mirarchi.
Ma superiamo i confini del vecchio continente, e rechiamoci in Asia. Pensate non sia possibile far calcio in Indonesia? Vi sbagliate! Per avere conferme, chiedete a Raffaele Simone Quintieri, attaccante dell’Fc Semarang, classe 1982, ed ex calciatore di Castrovillari, Lumezzane ed Igea Virtus. A fargli compagnia, seppure in un’altra squadra, Alessandro Beccaria, punta con un buon passato in Lega Pro (ex Reggiana e Vibonese), che milita nelle file del Bali Devata Fc.
Ma non è lIndonesia lunico paese extraeuropeo che ospita degli italiani nel proprio calcio. Rappresentanti del Belpaese ne troviamo addirittura anche in Nuova Zelanda (Matteo Ballan del Waikato), Thailandia (Carlo Coppari, Krabi Fc) ed Usa (Paolo Tornaghi, portiere del Chicago Fire della Major League Soccer, e Simone Bracalello, attaccante del Minnesota Stars che prende parte alla meno rinomata North American League Soccer). Ah, non crediate che in Australia ci sia solo Alex Del Piero a portare in alto la nostra bandiera. Tra le file del Western Sydney Wanderers milita infatti Iacopo La Rocca, difensore ex Torres e Pro Vercelli.
Probabilmente, gran parte dei sopracitati, saranno conosciuti solo dagli appassionati di calcio minore, che magari si stupiranno piacevolmente nel leggere i nomi di qualcuno che, un tempo, ha difeso egregiamente i colori di una determinata città in Lega Pro o di categorie ancora inferiori. Eppure ci sono anche calciatori con un passato professionistico di un certo spessore, e di cui, adesso, ci si è dimprovviso scordati.
E il caso, ad esempio, di Bruno Cirillo (difensore ex Inter e Reggina, che dopo anni trascorsi all’Olimpiakos in Grecia, gioca adesso per l’Alki Larnaca di Cipro), Beppe Mascara (attaccante dell’Al Nasr negli Emirati Arabi Uniti), Andrea Raggi (Monaco), Graziano Pellè (Feyenoord) e Carlo Zotti (portiere ex enfant prodige della Roma, che attualmente gioca per l’Fc Wil, serie B Svizzera).
Ma l’elenco degli emigrati è parecchio esteso, e ci sarebbe di che riempire più pagine. Per cui, cercando di sintetizzare il più possibile, ci limitiamo a dire che troviamo italiani anche in Austria (l’attaccante classe ’94 Carlo Capezzuto che milita ora nell’Austria Vienna), Croazia (Diego Vannucci, centrocampista ex Carrarese che gioca nel Rijeka), Estonia (Damiano Quintieri e Marco Bianchi, tesserati dal Jk Kaljiu), Grecia (Stefano Napoleoni, fantasista del Levadiakos e Pierluigi Addari dell’As Fokikos), Israele (Pierlugi Cennamo, portiere molto considerato del Maccabi Netanya), Moldavia (il romano di origine ghanese Boris Ofadim Odwong che gioca per il Rapid Ghidghic), Romania (Remo Amadio, portiere del Cluj in prestito all’Uta Arada e Mario Donadoni al Targu Mures), Slovenia (Alessio Codromaz, terzino destro dell’Nd Gorica) ed Ucraina (Gaetano Monachello, classe ’94 ex Inter, e sotto contratto con il Metalurg Donetsk).
Come avete potuto vedere, il mondo è pieno di calciatori italiani, sparsi nelle più disparate nazioni. Per la maggior parte trattasi di ex elementi della Lega Pro, o di ragazzi col passato nei settori giovanili di grandi squadre italiane, che hanno guardato a questi campionati minori come una possibilità di affermarsi nel calcio, seppur senza i soldi, la gloria e la fama che squadre come Manchester United o Real Madrid possono garantire, ma sempre animati da ciò che, in fondo, è il vero motore di ogni sport: la passione.
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