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Editoriale Inter – Un derby tra poveri! E la spunta il cuore nerazzurro
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12 anni agoon
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RedazionePartiamo subito dall’arbitro, che da parte milanista viene additato come causa della sconfitta.
Valeri ha sbagliato tanto ed ha arbitrato senza minima coerenza ma alla fine ha sbagliato alla pari.
Ha fischiato un fallo che non c’era su Handanovic, ma il gol che ne sarebbe scaturito è avvenuto a gioco fermo, quando il direttore aveva già fischiato e quindi non si può parlare di gol annullato come sento lamentare.
Da parte nerazzurra ha espulso un giocatore in un modo molto superficiale, perché il primo giallo di Nagatomo non c’è, ed in un derby, per un colpo di spalla/braccio sulla trequarti opposta, dare il secondo giallo è molto molto discutibile. L’errore più grande è quello sul rigore richiesto dal Milan, che c’è e davvero avrebbe potuto cambiare l’inerzia della partita per il Milan, ma adesso c’è l’arbitro, ci sono due guardalinee ed anche il giudice di porta, se tutti e cinque non l’hanno visto…
La partita: E’ stata veramente una brutta partita, giocata male e con paura da due squadre dal livello tecnico molto molto basso. Questo è lo snodo fondamentale della partita. Il Milan è un accozzaglia di mediani e giocatori di gamba, perché a parte Montolivo che ha quel minimo di geometria, è stato costruito male e non trova una quadratura alla sua manovra, perché i Nocerino, Emanuelson e soprattutto De Jong sono ottimi comprimari se si deve fare legna e picchiare ma si vede veramente come la confusione regni sovrana. In questo Allegri ha molte colpe credo, perché i tanti cambi, di uomini e di moduli, hanno tolto le sicurezze di una squadra orfana di tre fuoriclasse, Ibra, Thiago Silva e Nesta.
Dall’inizio della stagione il balletto delle punte e dei difensori centrali di casa rossonera è stato assurdo, e forse più che al rigore che poteva essere dato, in casa rossonera dovrebbero guardare alla pochezza tecnica ed alla mancanza di incisività sotto porta che in quasi 50 minuti in superiorità numerica non hanno portato nemmeno una rete. Questo è l’aspetto fondamentale.
Ma se Atene piange, Sparta non ride, perchè anche l’Inter non può essere soddisfatta. Pronti via si trova in vantaggio con il vecchio muro Samuel e, dopo poco, Abbiati gli regala la palla del 2-0 ma Milito si inceppa ancora. Lì, forse, cambia la partita dell’Inter che passa dalla sensazione di poter vincere facile alla paura ed alla barricate in stile remuntada di casa Barcellona. Ecco dove ha predominato l’Inter e dove ha legittimato la vittoria, la squadra di Stramaccioni ha dimostrato di avere un cuore grandissimo e si è difesa in modo stoico e grintoso, sacrificando completamente il gioco offensivo e portando in fondo una vittoria fantastica per la classifica.
C’è molto però da rivedere nel primo tempo nerazzurro con Coutinho e Cassano colpevolmente assenti, con uno Zanetti molto in difficoltà e per una certa atavica difficoltà di manovra che doveva essere sanata dai piedi educati di Palacio e Cassano, coadiuvati da Guarin, ma questi tre non giocano quasi mai insieme e stasera sono apparsi molto molto sottotono.
In tv nelle interviste del dopopartita hanno cercato di stimolare Stramaccioni sulla parola scudetto, così come hanno pungolato Allegri sulla posizione in zona retrocessione del Milan. Credo proprio che in entrambi i casi le domande siano ridicole, l’Inter ha tanto meno di Juventus e Napoli, ed il Milan non può essere così brutto.
Vorrei veramente dire tanto di più, romanzare e trovare mirabolanti metafore per la stracittadina, ma lo spettacolo offerto è stato pessimo e da commentare c’è veramente poco.
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