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Editoriale Milan – Attento Faraone, il difficile arriva adesso
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12 anni agoon
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RedazioneCinque gol in poco più di una settimana. Il biglietto da visita con cui si è presentato El Shaarawy al grande pubblico fa ben sperare per questo ragazzo e per il futuro della Nazionale. I suoi numeri sul rettangolo di gioco hanno inevitabilmente scatenato i tifosi e la stampa con il rischio concreto di creare troppe aspettative su un ragazzo non ancora ventenne.
E’ pur vero che le premesse sono ottime: Udinese, Cagliari e Parma le sue vittime in campionato finora, più la rete pesantissima a San Pietroburgo che l’ha consacrato come il più giovane marcatore della storia del Milan in Champions League. Ma, sempre tirando in ballo la storia rossonera, ci si accorge che il Faraone non è (e mai sarà) l’unico calciatore in cui viene riposta grande fiducia con il potenziale pericolo di finire nel dimenticatoio a causa dell’eccessiva pressione mediatica.
Non è necessario scavare in profondità negli annali milanisti per notare che El Shaarawy potrebbe essere (ma noi ovviamente ci auguriamo di no) in buona compagnia. Fra tutti, la memoria dei tifosi rossoneri non può che correre immediatamente al nome di Ronaldinho: acquistato nell’estate 2008 dal Barcellona per 22,5 milioni di euro dopo aver vinto tutto, il brasiliano venne celebrato come il craque della storia ultracentenaria del Diavolo. Nel giro di poco più di due anni il quadro si capovolse completamente con il Gaucho imbarcato in fretta e furia per il Brasile dopo prestazioni deludenti e incolori, a causa delle enormi pressioni che gravavano su di lui da parte della società e dei supporters, e che nulla avevano a che fare con quelle offerte in Spagna. Ad onor del vero c’è da dire che l’ex Barça si è tirato un po’ la zappa sui piedi con uno stile di vita non propriamente da atleta (celeberrime le sue uscite fino a tarda notte nei locali milanesi).
E che dire di Ricardo Oliveira? Arrivato con il difficile compito di non far rimpiangere Shevchenko, l’ex Betis venne schiacciato proprio dall’ingombrante predecessore. Dopo un anno di tanta panchina e pochissimi gol (5), il povero Ricardo fu cacciato senza pensarci troppo. La lista dei giocatori bruciati non finisce qui: come non ricordare il funambolo Rivaldo, pagato a suon di milioni dal patron Berlusconi? Come il suo connazionale Oliveira anche lui resistesse un solo anno, prima di essere rispedito in patria al Cruzeiro.
Si potrebbe continuare con i vari Kluivert, Vieri, Ronaldo, etc… Tornando ad El Shaarawy la speranza è che possa continuare sulla falsariga di questo primo scorcio di stagione, non facendosi condizionare dalle sirene mediatiche e dai fantasmi della storia rossonera. Sotto questo punto di vista sarà interessante ammirarlo all’opera nel derby di domenica sera, primo vero test per il definitivo salto di qualità.
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