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Trapattoni alla Gazzetta: “Conte l’ho lanciato io. Mai più in Italia”
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12 anni agoon
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RedazioneIn una lunga intervista a “La Gazzetta dello Sport” Giovanni Trapattoni ha parlato di Juventus, in particolare di Antonio Conte, e della situazione di Milan e Inter. Proprio sul tecnico bianconero ci tiene a precisare: “Alla Juve l’ho fatto debuttare io. Antonio è uno concreto. Ha fatto tutte le sue esperienze e adesso le mette in pratica. È una bella sintesi, pur restando Conte. Il successo viene prima, lo spettacolo è una conseguenza: l’esaltazione per il risultato rende tutto facile. Ecco la differenza con il risultato fine a se stesso”.
Sulla situazione delle milanesi spiega: “Oggi stanno massacrando un giovane collega – parla di Allegri – Come se dimenticassero che ci vogliono mesi per far entrare negli schemi nuovi giocatori non abituati a certe situazioni. E sembra tutta colpa del tecnico. Se poi i giocatori voglio andarsene perché offrono più soldi? Lo trattieni e poi l’anno dopo lo perdi a parametro zero? Non puoi. Ma sono spesso perdite pesanti. La società deve difendere il tecnico. Dopo Atene, Agnelli disse: Trap resta. E ho rivinto. Date tempo ad Allegri”.
“Il Trap” è sicuro, in Italia non ci vuole tornare e motiva anche il perchè: “In Serie A pretendono che un ventenne come El Shaarawy ti tolga sempre dai guai. In Italia vogliono l’uovo caldo e la gallina. Che però, dopo l’uovo, è già via. Per questo non tornerò più. Anche se può succedere dovunque: arrivato al Bayern, a ottobre non capivano e li mandai a fare in… Poi vinsi il campionato».
Il c.t. dell’Irlanda gradisce il tecnico neroazzurro Stramaccioni spiegando come sia un allenatore con personalità e idee ma, anche a lui serve tempo. In Italia i soldi sono sempre meno, le big ormai giocano ogni 3 giorni e le cosiddette “provinciali” non esistono praticamente più. L’ex allenatore di Juve e Fiorentina ha un suo modello: “Non puoi aspettare lo sceicco come al Psg. E se non arriva? Devi fare come l’Udinese. Come la mia Juve: anticipava le situazioni, capiva che cosa serviva e andava in cerca. Con una rete di osservatori preparati, vedeva i Cabrini, i Gentile, i Tardelli, i Del Piero che arrivavano e avevano il tempo di assorbire il peso di una grande. La Juve di oggi ha messo i tasselli al punto giusto, ora gli altri devono ricostruire”.
Infine lancia una frecciatina agli agenti di tutti i calciatori. Viene fatta una domanda sul gioiellino che sta incantando Parigi, marco Verratti: “Magari non è il caso di Verratti, ma io ce l’ho con gli agenti che hanno interesse a che un giocatore cambi anche due volte all’anno. Mi è successo con due calciatori irlandesi. I giocatori sono troppo legati ai loro procuratori: e non tutti hanno un’etica”.