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ESCLUSIVA – Simoni: “Il problema dell’Inter è in attacco non in difesa”
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12 anni agoon
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RedazioneIn esclusiva per “Calcissimo.com” ha parlato quest’oggi Gigi Simoni. L’ex tecnico nerazzurro ha parlato di Inter, di moduli, contribuendo al dibattito in merito all’eterna questione della difesa a tre o quattro uomini. Simoni ha anche analizzato l’attuale campionato in corso, aggiungendosi a tutti quelli che danno la Juventus destinata a vincere l’ennesimo scudetto.
Gigi Simoni, vista da fuori come le sembra quest’Inter?
“Sicuramente la squadra ha subito un rinnovamento rispetto al passato. Sono arrivati diversi giocatori nuovi, tanti buoni elementi ma nessun campione vero. Credo serva del tempo per vedere dei miglioramenti. Inoltre la società ha puntato su un allenatore giovane nel cui bagaglio personale non ha esperienze come giocatore, ma solo come allenatore delle giovanili. Io faccio il tifo perchè Stramaccioni faccia sempre meglio, è evidente che l’Inter, facendo una scelta simile, deve mettere in preventivo momenti più altalenanti dovuti anche alla mancanza di esperienza del tecnico”.
Consiglierebbe al tecnico nerazzurro di cambiare lo schema difensivo da quattro a tre uomini?
“Penso che all’Inter il vero problema non sia il numero di difensori. Nel calcio moderno c’è un concetto che bisogna apprendere, gli attaccanti devono essere disposti al sacrificio, tornando quando serve in difesa. Se questo non accade puoi avere anche cinque difensori ma non cambia nulla, fai comunque fatica. L’Inter ha tre attaccanti che non danno minimamente un contributo alla fase difensiva, Sneijder, Milito, Cassano, sono ottimi giocatori ma non rientrano praticamente mai. In questo modo l’Inter si allunga e per gli avversari diventa più facile colpire. Bisogna trovare il coraggio di cambiare, oppure di convincere questi giocatori che devono sacrificarsi maggiormente per il bene della squadra”.
In questo oggi la Juventus è un esempio positivo…
“Sicuramente sì, ha impostato un calcio molto agonistico dove il concetto di squadra è principale, l’esempio migliore è vedere Quagliarella entrare dalla panchina e diventare subito protagonista. Tutti sono utili. Quando allenavo l’Inter avevo Ronaldo che non rientrava ma al fianco c’erano solo giocatori di grande aiuto come Zamorano e Moriero. Mourinho nel 2010 ha convinto Eto’o in determinate occasioni a rientrare sino alla linea dei terzini sinistri. In questo modo la squadra è unita e si crea l’equilibrio giusto”.
Analizzando il tema campionato, dunque non consiglierebbe ad Inzaghi di allenare immediatamente il Milan?
“No, è giusto che faccia prima un minimo di esperienza, ci sarà tempo per una panchina tanto importante. Lo stesso Milan ha avuto un grosso ridimensionamento quest’estate. Credo che sarebbe fortemente sbagliato dare ora delle colpe ad Allegri. Prima sostituisci tanti campioni che per vari motivi lasciano la squadra con buone alternative ma certamente non fuoriclasse e poi non si può incolpare il tecnico se le cose non vanno bene”.
La Juventus è già virtualmente “scudettata”?
“Mi chiedo chi possa infastidirla. Francamente ero convinto che Lazio e Napoli potesse mantenere una continuità nei risultati, domenica scorso sono stato subito smentito. La Lazio non meritava di perdere, il Napoli invece è piaciuto meno. Credo che l’organico della Juve composto da tanti giocatori più diversi campioni unito ad uno stile di gioco moderno ed efficace renda i bianconeri troppo favoriti per questo campionato”.
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