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Fino alla fine

La Juve c’è, ma che fatica!

Una rondine non fa primavera, e pensare che il successo dello “Stirpe” possa, d’emblee, riaccendere i sogni tricolore dei bianconeri sarebbe quantomeno azzardato…

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La Juve c’è, la Juve riparte, anche se con qualche affanno di troppo.

Dopo il pari rimediato in casa del Genoa, i ragazzi di Allegri ottengono tre punti pesantissimi sul difficile campo del Frosinone, allungando ulteriormente sulle inseguitrici e portandosi nuovamente a ridosso della vetta.

Beninteso, una rondine non fa primavera, e pensare che il successo dello “Stirpe” possa, d’emblee, riaccendere i sogni tricolore dei bianconeri sarebbe quantomeno azzardato. Ma intanto la squadra è lì, potenzialmente ancora in piena corsa per il titolo, ad insidiare un’Inter che, comunque, rimane di un livello superiore ed è la principale (se non l’unica) candidata alla vittoria finale.

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Insomma, al netto della sua importanza ai fini della classifica, il 2-1 della Ciociaria assume una valenza significativa anche sotto altri aspetti: in primis, consente a Madama di scrollarsi di dosso le scorie ed i fantasmi che la partita precedente aveva recato con sé, evitando di gettare il gruppo in una sorta di looppara-depressivo tale da influenzare negativamente il prosieguo della stagione; in secundis, permette ai trentasei volte campioni d’Italia di guardare con fiducia al delicato match del prossimo 30 dicembre, quando a Torino sarà ospite la Roma di José Mourinho, ma, soprattutto, di Paulo Dybala (sebbene il suo recupero per la gara appare, allo stato, alquanto improbabile) e Romelu Lukaku (il quale, pur non essendo esattamente un ex dell’incontro, la scorsa estate è stato molto vicino a trasferirsi sotto la Mole); infine, non ci si può esimere dal riconoscere che, con buona probabilità, sino allo scorso anno, dopo essere stati raggiunti sul pareggio, non soltanto Danilo e compagni non sarebbero riusciti a tornare in vantaggio, ma avrebbero addirittura subito il ribaltone.

Quanto ai singoli, sarò banale, ma l’uomo copertina della campagna frusinate non può che essere lui, Kenan Yldiz, autore del vantaggio bianconero, con il suo primo gol nella massima serie; una rete di pregevole fattura, che legittima la costante crescita di questo ragazzo, sul quale hanno già messo gli occhi le big di mezza Europa. Se il classe 2005 manterrà l’umiltà e l’equilibrio di cui spesso, purtroppo, difettano i suoi coetanei, può essere sicuramente una valida arma in più per il girone di ritorno.

E poi c’è lui, l’uomo dalle mille contraddizioni sportive, tale da alternare giocate da fuoriclasse a partite apatiche, talora ai limiti dell’indolenza: “The Revenant” (coniando il titolo del capolavoro cinematografico di Leonardo Di Caprio) DusanVlahovic.

Il serbo, entrato nella ripresa, prima si fa ipnotizzare da Turati, che gli nega la gioia del gol, e subito dopo, svettando imperiosamente su un cross al bacio di “Ciccio” McKennie, incorna di testa e fa secco l’estremo difensore gialloblu. E’ la rete che decide il match.

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Ci sarebbe spazio anche per la doppietta personale, ma l’arbitro, dopo la revisione al VAR, annulla il potenziale 3-1.

Ebbene, l’ex attaccante viola rappresenta un po’ l’emblema di questa Juve, capace di sfoggiare partite magari non belle, ma certamente coriacee, e, al tempo stesso, prestazioni sottotono, come la trasferte di Reggio Emilia, contro il Sassuolo, e quella sul Mar Ligure di pochi giorni fa, contro il Genoa.

Una squadra tutta da scoprire (probabilmente anche per lo stesso allenatore) e costruire, ma che, quantomeno, inizia ad avere uno sparuto fumus identitario. Nulla di che, nulla che possa scaldare i cuori della tifoseria, ma, dopo gli scempi cui abbiamo assistito negli ultimi anni, credo sia già un passo avanti.

Sempre che, da qui alla prossima stagione, la Società intervenga sul mercato, perché le lacune sono molteplici, e, comunque, in certi contesti il carattere e lo spirito battagliero non basta.

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